Scritto da: ametista

Varanase


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Quando arrivi a Varanase, ti sembra la solita cittadina che hai già visto durante il tuo viaggio in India. Noti sempre la povertà, vedi le solite mucche padrone della strada, gli stessi bambini sporchi e con la loro mano tesa, in cerca di qualsiasi cosa. Un soldino per mangiare, una penna, un fermaglio per i capelli, qualunque oggetto, che tu turista casuale e a volta indifferente, sei disposto a dare, perché per te privo di valore, ma per loro ricchezza inestimabile. Le guide sempre pronte ed allerte ti spingono su carrozzelle giudate da uomini a piedi, che con le loro sole gambe e braccia ti portano in dei vicoli stretti e angusti, che poi si allargano in strade caotiche e brulicanti di persone, animali, poche auto affogate fra carrozzelle come la tua, biciclette e persone a piedi, che si recano tutte quante insieme verso lo stesso posto. Il Gange. Il fiume sacro, il Dio che partorisce, nutre e cresce i suoi figli, per poi infine accoglierli nel suo abbraccio finale. Tutti insieme corriamo verso di lui, questo Dio, noi turisti famelici e spesso ingordi di vedere il nuovo, lo strano, l'inconcepibile e lontano, da fotografare e filmare, da mostrare agli ... [segue »]
Composto domenica 24 gennaio 2010

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