Scritto da: Giovanni Barra

Pino marittimo


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Negli ultimi tempi guardo Lisa che è sempre in ritardo e tutte le sere rischia di perdere il treno, per tornare a casa. Portato a termine il suo turno di lavoro, in ospedale, si cambia in fretta nello spogliatoio, senza salutare neanche; a volte scappa di corsa per le scale, eppure la stazione ferroviaria, fortunatamente, non è lontana dal luogo in cui lavora. Quel treno che quando arriva sembra stanco, come la ripresa del fiato di Lisa nel vederlo arrivare, mentre il treno si ferma a tutti i rumori di stazione, ci mette un'ora e diciotto minuti a percorrere pochi chilometri, quasi tutti in galleria. Quel misto di lastre metalliche ghiacciate o caldissime, quei seggiolini sporchi e coperti di polvere, di odori sgradevoli, anche il treno è stufo di trasportare troppe persone, ormai consumate, dai loro pensieri ed incertezze quotidiane. Di mattina le persone che Lisa incontra sul treno hanno voglia di chiacchierare. Sono riposate e, forse, cercare di scambiare due parole serve loro a svegliarsi del tutto, per affrontare un altro duro giorno lavorativo. La sera non parla mai nessuno. Le stesse facce che il mattino sono pronte a discutere, persino del libro famoso che hanno letto senza capirci ... [segue »]
Composto mercoledì 9 giugno 2010

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