Scritto da: Andrea Bidin

Il vento della memoria


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Il vento, come un treno in corsa a pieno regime, trasportava la pioggia con violenza inaudita, mi avviluppò dentro la sua maestosità naturale bagnandomi dalla testa ai piedi.
Col viso grondante acqua cercai di fronte a me un qualche soggetto da focalizzare che mi potesse aiutare ad orientarmi, ma l'intensità del temporale, l'umidità enorme che da terra si sollevava andando a creare un'ostacolo quasi peggiore della nebbia novembrina, il buio della sera e la mancanza d'elittricità dovuta al fenomeno in atto erano difficoltà per me quasi insormontabili. Mi feci forza appoggiandomi ai muri delle case che costeggiano il vicolo del paese, ma la strada realizzata con mattonelle d'inizio secolo ed il freddo pungente rendevano la mia camminata molto instabile ed insicura: dovetti aggrapparmi a davanzali e grondaie più volte per non perder l'equilibro mentre percorrevo il tratto finale in discesa. Riuscii fortunatamente a raggiungere una piccola piazza mal curata, con un paio di panchine bisognose di un qualsiasi tipo di manutenzione ed un monumento nel centro in onore dei compaesani caduti durante la seconda guerra mondiale. Quel momumento mi aveva sempre messo in grossa difficoltà, specie durante le giornate di commemorazione: da una parte il dolore delle famiglie dei caduti,... [segue »]
Composto martedì 24 novembre 2009

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