Scritto da: Cleonice Parisi

Un seme funesto

Due semi nati da innesti diversi, in terra furon riversi. Il primo seme all'altro disse:

Son mesto, il tuo diverso innesto ti pone in un altro contesto, a te tutto giunge presto, mentre il mio viver è funesto.

E l'altro seme disse:

In terra brulla entrambi trovammo culla, altrove non guardare, cresci il tuo seme e non ti curare.

In tempo trascorse, tra un si e un forse, fra pioggia e sereno e il primo seme alimentò il suo veleno e nel risentimento ancora parlò all'altro semento:

Poca acqua il cielo manda e nessuno lo comanda, non fiorisce rosa dove acqua non posa.

E il secondo seme rispose:

Prendi del poco e fanne tesoro, fa che al tuo cuore giunga più oro.

Ma il primo seme in cor non aveva speme, e giù profonda affondò la sua radice immonda. Il secondo seme abituato al niente, fiorì al cielo rapidamente. Passò di li un essere alato, e una domanda rivolse al fiore sbocciato:

Del tuo fiorir tu a chi sei grato?

Il fiore guardò al suo innesto e nel dire fu lesto:

Non conta l'innesto è solo un pretesto, il fiore fiorito, è grato a se stesso.

L'essere alato volò sopra il prato, cogliendo col cuore del fiore l'amore, e ai semi piantati invero mai nati, lui disse nel volo vi lascio un tesoro:

L'innesto è un pretesto, vivete il contesto, cercatevi presto in un cuore onesto.

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