Scritto da: Marco Teocoli

Un amore impossibile, o quasi

Capitolo: 13

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Juanita era devota al suo lavoro. Preferiva trascurare se stessa piuttosto delle scartoffie che ogni giorno opacizzavano la trasparenza della maestosa scrivania in cristallo. La sua stanza era arredata con gusto, ma dava la sensazione della trasparenza, della legalità e trasmetteva un messaggio ben chiaro, "attenti a ciò che toccate impavidi visitatori qui è tutto fragile".
Era in vista per la sua disponibilità e propensione a risolvere i problemi di un'azienda che si muoveva con elefantiaca penetrazione nel mercato dell'editoria e della comunicazione.
La professionalità di Juanita era spesso abusata e chiunque le professava la sua indispensabilità. Naturalmente per proprio tornaconto.
Infatti, dal capo redattore al pubblicista, i complimenti e gli elogi abbondavano. Juanita gradiva i complimenti e dava sempre il massimo. Era sempre impegnata ma desiderosa di trovare del tempo per lei.
Intanto i giorni volavano via come crusca al vento e lei sperava di trovare una parentesi temporale tutta per lei.
Quante volte cercai di contattarla, quante volte non ebbi sue notizie e quante altre volte mi scrisse di lasciarla in pace.
La pace che desiderava non era legata alla voglia di liberarsi della mia persona ma piuttosto cercava di fuggire dai suoi dubbi.
I dubbi sono come ... [segue »]

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    Scritto da: Marco Teocoli

    Commenti

    3
    postato da , il
    To be continued...
    2
    postato da Deb73, il
    ☆☆☆☆☆...al prossimo capitolo ! ^_^
    1
    postato da , il
    Un amore impossibile, o quasi. Cap XVIII

    Tutto questo tempo dove sei stato, direbbe qualcuno!!!

    Ricordate le ultime parole del precedente capitolo? Mi trovavo nello studio dei fratelli Sonetti a Cernobio.

    Da li una continua ricerca, oltre allo studio ed alla progettazione, immerso fra le mappe e le geometrie, quindi ho pensato di non annoiarvi con i dettagli tecnici e matematici.

    Anche se a dire il vero ci sono stati alcuni episodi della mia vita che hanno reso tutto ancora più impossibile, o quasi.

    Ma cosa vi sto a raccontare ancora se io non ho voglia di farlo.
    Magari non è la volontà a mancare ma gli stimoli per farlo.

    "Viviamo continuamente di impulsi elettrici, stimoli"

    L'energia che ci attraversa è direttamente proporzionale all'energia che riceviamo e che scaturisce dagli eventi, dagli stati d'animo che mutano con essi.

    Evidentemente la mia energia non è stata ultimamente solleciatata a tal punto da stimolarmi in alcune attività della mia esistenza.

    Proverò comunque a raccontarvi ciò che ho sempre fatto per far battere il mio cuore.

    Un giorno mentre ero immerso nei calcoli trigonometrici, con tanto di occhi rossi e pesantenza nella testa, dopo varie ore di lavoro, mi sento chiamare insistentemente da Marcello, "il Sonetti" il fratello maggiore il quale amministrava anche lo studio.

    Marco, Marco, corri vieni qua, mi diceva.

    Dopo anni di collaborazione, conoscevo il carattere di Marcello, francamente non era usuale chiamarmi insistentemente, mi apprestai e lo raggiunsi nel suo ufficio.
    Quando aprii la porta lo trovai in piedi vicino all'apparecchio Telefax con lo sguardo fisso e premuroso, come se dal fax da un momento all'altro doveva venir fuori la foto di Sharon Stone autografata, Marcello ne andava pazzo ma questa è un'altra storia.
    Marcello cosa succede, gli dissi, cos'è questa fretta, per caso hai problemi con il fax, vuoi una mano?
    Ma no, ma no, siediti e aspetta un attimo, rispose. Aveva addosso l'adrenalina di quelli che hanno il il risultato vincente nella schedina e manca l'ultimo minuto alla fine delle partite.

    Dopo appena un minuto il fax ha stampato tre pagine che subito furono messe a fuoco dagli occhi di Marcello, era come se il fax scriveva dopo che lui leggeva. Si girò lentamente verso la scrivania, sempre con lo sguardo sopra i documenti si avvicinò alla poltrona e cautamente si siedette.

    Non volevo interrompere il fluido adrenalinico che lo stava attraversando in quel momento, ma non vi nascondo che ero curioso di sapere e sopratutto perchè mi aveva fatto lasciare il mio lavoro, spilorcio com'era, per correre da lui.

    Marcello, tutto bene gli chiesi.

    Si si, ecco di questo volevo parlarti, sai mi ha telefonato pochi minuti fa un mio collega con il quale abbiamo collaborato in passato su un paio di progetti, ma dovresti conoscerlo, anche lui di Palermo, è l'architetto Giovanni Colambene, ha delle idee fantastiche è un innovatore e mi sono trovato in lineea con lui anche quella volta che abbiamo collaboratao per la Regione Sicilia.

    Se ricordo bene fu l'occasione quando ho conosciuto il tuo amico Antonio Denaro, anche lui progettò allora qualcosa per la Regione, colui che ci ha messo in contatto e per il quale qualche hanno fa sei arrivato qui da noi.

    Ho capito, gli dissi, non capisco ancora cosa posso fare per te.

    Vedi, continuò Marcello, sono talmente eccitato da ciò che mi ha detto che trapelo euforia e l'adrenalina mi da alla testa, perchè mi ha appena detto al telefono se volevo accettare un incarico di cooprogettazione con il suo studio. e siccome come ti ho detto lo trovo molto in gamba accetterò sicuramente. Poi si tratta di un lavoro importante, specialmente se affidato a lui, per la fama che ha, ne riceveremo in prestigio e qualità anche noi.

    Mi ha appena inviato via fax la proposta con allegata la commessa ed i dati del committente.

    Sto leggendo che è un lavoro veramente importante e prestigioso e voglio parlartene, perchè conosco le tue qualità e poi c'è qualcosaltro.

    Bene, dimmi pure, gli risposi, Marcello era bravo a mettere le pulci.

    Devo dirti comunque che da un lato mi dispiacerebbe, nel senso che il committente è un imprenditore della tua ultima città di residenza, Palermo, il progetto di costruzione cade nella zona industriale di Termini Imerese, quindi se accetti dovresti andare a progettare proprio lì, quindi mi verresti a mancare da questo studio.

    In quel momento non mi ero ancora reso conto di ciò che voleva dirmi, l'unica cosa che mi venne in mente fu quella che sarei ritornato a casa.

    Ascolta, disse Marcello, dalle indicazioni che ho in questi fax, è chiaro che il progetto va seguito sul posto, naturalmente il nostro studio e quello dell'architetto Colambene uniranno le forze nella fase di start-up, poi nomineremo il responsabile del progetto, che potresti essere tu, sempre che tu accetti! Adesso ti do questi documenti, dai un'occhiata, se sei interessato chiedi pure i dettagli direttamente allo studio di Colambene tramite questa email. Comunque tienimi aggiornato su tutto, così appena possibile ci riuniamo e diamo inizio alla prima consulenza.

    Marcello mi diede i documenti e mi invitò a recarmi nel mio ufficio dicendomi di completare ciò che avevo lasciato precedentemente in sospeso e subito dopo di studiare le nuove carte.

    Arrivato nel mio studio in appena 10 minuti ho finito il lavoro ciò che era parcheggiato nella memoria del mio computer, presi la capetta che mi aveva dato Marcello con dentro i documenti e iniziai a leggere.

    Il mittente, lo studio associato Colambene con uffici a Palermo e Catania, una sfilza di nomi di professionisti accreditati e diversi numeri di telefono e indirizzi email.
    oggetto, proposta di associazione temporanea per la progettazione di un agglomerato industriale sito nella zona di Termini Imerese.
    Committenti, Associazione industriali Sicilia per conto delle società Ri.PA SpA, Febri Srl, Colorpro Srl.

    One moment please, cosa leggo, cosa leggo??? No, non è possibile, sarà una coincidenza, una omonimia, mi son detto.

    Ricordate il nome della casa editrice dove andai a trovare la prima volta Juanita?

    To be continued...

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