Scritto da: Daniela Silvestro
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E così quell'angelo cadde, cadde qui sulla terra e ne fu felice. Fu felice perché gli fu data la sua possibilità, gli fu data la vita e la morte e fu gioia per lui, che viveva la sua monotona esistenza, intrappolato nel destino crudele che gli era stato assegnato. Lui voleva soffrire, voleva dormire, voleva sperare, ma soprattutto voleva amare... e allora vi chiederete che stupido angelo è questo, e lui vi dirà "se vivere è da stupidi, allora io voglio essere stupido, nulla è più divino di un'emozione, un'emozione che da angelo non ho mai provato, un'emozione che solo adesso sento viva dentro di me... Sì, ora finalmente mi sento vivo e ringrazio di essere caduto". Quell'anima silente aveva trovato volando attraverso le stelle il suo posto nel mondo, il suo flebile respiro lo aveva reso innocuo dinanzi agli occhi di Sophie, che era rimasta incantata nel guardarlo solo respirare, e le sembrava di sentire l'eco ora di quell'anima antica, e lui era felice di quel sudore che gli scendeva lungo la fronte, perché sudare era un problema umano. Ora lei poteva vederlo, lui che tanto aveva vegliato sui suoi sogni, lei vedendolo soffrire gli domandò "cosa succede ora?" ... [segue »]
Composto sabato 21 novembre 2009

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