Scritto da: Rosa Cassese

Storia di un piccolo grande uomo


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C'era una volta un uomo bello di viso, ma, ormai, abbruttito dalla fatica e dagli anni; aveva fatto tutti i mestieri, tanto che fino all'età avanzata era diventato quasi professionista, in tutte le attività in cui si era cimentato. Iniziò come garzone di bottega, presso uno zio-padrone, a fare il mugnaio; da lui esigeva tanta fatica ed ore di lavoro per una manciata di lire. Era giovane, forte, i suoi denti bianchi rappresentavano il candore degli anni, ma, la sua bocca carnosa e rossa, sempre aperta, al sorriso, era pronta, senza maleducazione, a sottolineare le storture del sistema lavorativo degli annì 40, dove bisognava guadagnarsi il pane, veramente col "sudore" della fronte. Riuscì, con tanta buona volontà e foza d'animo a liberarsi della soggezione dello zio e tentò di impiantare un mulino, tutto suo. Dalla mattina alla sera, versava nella "tramoggia" il grano e ne ricavava della buona farina. La gente del paese lo chiamava Carluccio della macchina (mulino); era questo l'appellativo, con cui veniva apostrofato, quando stava in bottega. Lentamente, come una formica, riuscì a mettere da parte tante lire che, accumulate gli permisero di mettere su famiglia, con una bella brunetta, adocchiata, nel poco tempo che dedicava alla ... [segue »]

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    Scritto da: Rosa Cassese
    Riferimento:
    Nato dal ricordo di un padre meraviglioso che ha faticato tanto, forse, come i personaggi verghiani, per accumulare "roba", solo per non far vivere ai figli, la sua condizione. Io, una delle figlie, che ascoltava incantata la storia della sua vita come una fiaba, per riconoscenza, cerco succintamente di riportarlo in "vita"

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