Scritto da: Stefano Cardarelli

Il Principe


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L'autunno approssimava i suoi colori soffusi e pastellati nell'entroterra della città di Veio, i contadini aprivano con la forza del vomere i solchi della madre terra, i buoi bianchi assuefatti alla fatica si perdevano tra i candidi nuvoloni che si stagliavano sull'orizzonte tirreno. Era il tempo dei principi aristocratici etruschi, e Veio non aveva ancora bisogno di mura, nessun'ombra funesta oscurava il sole della cultura rasna e la potenza guerriera andava al di là dei vivi. Gli occhi di Larth guardavano ammirati la fine degli affreschi della tomba dei leoni ruggenti, che il fratello maggiore Laris aveva commissionato a un abile artigiano, famoso per la sua maestria nell'illustrare i vasi dai sinuosi disegni. Il giovane principe era stato colpito dalla teoria delle anatre protese verso una nuova vita, le anatre, quelle che da bambino ammirava celate tra le canne del Cremera e pronte a fuggire a ogni rumore, e la bellezza dei loro colori nel librarsi nell'aria che in un battito di ciglia sfumava nel rigoglio dell'acqua. Lo sguardo si fermava sui leoni che dominavano la parete dipinta, le loro fauci spalancate trasmettevano un senso d'angoscia e di sgomento, il giovane principe diede le spalle alle sue paure e riguadagnò ... [segue »]

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