Scritto da: Grazia Ambrosino

La tredicesima sigaretta

‹‹Sigaretta! ›› la prima parola della giornata e l'unica che scandisce le ore della mia veglia. Il mio compagno di stanza oggi è arzillo, nel corridoio cammina veloce la vestaglia rosa mentre il pigiama giallo striscia contro il muro sudicio, lento ed incerto. Già il frastuono delle prime urla e dei primi singhiozzi l'orecchio mi riempie, lesto mi rifugio nella stanza dove ci consumiamo e tra i fumi e l'odore acre delle sigarette, osservo nervose dita ingiallite arruffar canute tempie. Risa che odo provenir dalla guardiola dove mi soffermo con sguardo fisso nel vuoto. Che soave suono quello delle risate, socchiudo gli occhi come a voler ricordar un evento. È la volta dei camici bianchi che fanno la loro entrata seguiti da stuoli di foglioline sparute nel vento ed il brusio delle loro voci copre parte del solito frastuono. Guardo fuori, il sole è già calato, dopo cena ecco le mie amiche per la notte, una rosa ed una bianca, ‹‹sigaretta! ›› la tredicesima parola della giornata, la vestaglia rosa sgattaiola in camera, il pigiama giallo si accascia sul pavimento, mi butto sul letto e chiudo gli occhi, sento già la testa stanca, sembra un groviglio di pensieri contorti ormai andato in stallo e silenzioso spero un giorno di poter diventar matto reale in modo da perdere coscienza della mia malata lucidità mentale.

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