Scritto da: Giuditta C.
Giorni vuoti, momenti tristi, che cos'è questo vagare? Riso e pianto ormai frammisti, Dio che voglia di gridare. Vai avanti per la strada che consideri sicura, vedi qualcosa che ti aggrada e la vita è meno dura. Cerchi nelle facce altrui uno sguardo come il tuo, pensi ecco forse è lui... non il suo volto non è il suo. Quel che cerchi di preciso non lo sai nemmeno tu, se ha che fare col paradiso o coi compagni di belzebù. Vorresti solo che il tuo dolore, riesca infine a evaporare. Esca infine dalla sua gabbia prima di diventare rabbia. Basta a volte davvero poco per tornare sui binari. Un bacio che ti marchi a fuoco o una carezza che ti ristori. Molti non hanno questa fortuna e continuano a vagare. Io invece osservo la luna e vedo un volto familiare, assomiglia alla persona che ho imparato ad ammirare. Lei è dolce e tanto buona, che tutti quanti fa innamorare, mi aiuta, mi da coraggio, l'amo sul serio non è un miraggio. Il suo nome è Giuditta, persona vera e leale, se penso a lei provo una fitta, e un amore universale. La mia fortuna è averla incontrata ed al mio cuore averla legata. L'amo come... non so dire so solo che senza di lei non so più vivere.
Composto venerdì 6 dicembre 2013

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    Scritto da: Giuditta C.
    Dedica:
    Da Nico a Giuditta.

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