Se abbiamo una data di scadenza noi esseri viventi, perché meravigliarsi del fatto che qualsiasi cosa o qualsiasi nostro gesto o emozione abbia una scadenza? Pensiamo per esempio, ad un bel libro, ad un film, all'energia, al denaro sul conto corrente, ad una buona bottiglia di vino, alla luce di una candela. Tutto finisce... Tutto si esaurisce. E se "scadono" le cose che possiamo toccare con mano, le cose concrete che fanno parte della nostra esistenza, come possiamo sperare, possano durare le "faccende" astratte, come l'amicizia e l'amore? Già, vivere fino in fondo queste emozioni, sapendo che hanno una data di scadenza, a noi sconosciuta, ma che è innegabile, che ci sia. Come non provare disappunto per queste terribili certezze: tutto finisce, tutto si esaurisce, nessuno è eterno? È normale poi, farsi tutte queste domande, cercando di trovare una risposta o una soluzione? Sapendo infatti, che la soluzione ovvia a tutti questi quesiti, sia proprio quella di non porsi la domanda. E se invece, ci servisse semplicemente la paura di perdere, per poter vivere un'emozione, per saper cogliere il massimo da un'occasione?

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