Ciao, Dio. Dobbiamo parlare. La vita non è un dono. La vita è una prigione. E tu, tu sei il tiranno che mi ha imprigionato, sigillato, costretto in questo corpo limitato. Ma hai fatto un errore: non hai dato limiti alla mia mente. L'hai privata di confini, di mura. E così, ho deciso di non morire: il suicidio non è odiare la vita, è volerne un'altra, un'altra prigione. E io non ne voglio. Ma continuerò a volare, a muovermi nelle dimensioni create dalla mia mente. Perché lì tu non puoi niente. Lì io sono Dio. E continuerò ad ucciderti, Dio, in ogni mia immaginazione. Forse per timore, o per odio. O per vendetta. Questa è la mia fottuta prigione, non la condividerò con chi mi disprezza. Quindi alza il culo, e lasciami sognare.
Composto martedì 5 febbraio 2013

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