Scritto da: Nugo

Inutile incontro


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Entrai per caso.
Avevo camminato a lungo, dopo quella discussione infelice. Non c'era un'insegna e la porta
sembrava l'accesso di un normale negozio di alimentari. Dal vetro non si scorgeva molta gente, ma
il colore plumbeo giallastro, mi invitò ad entrare. Mi resi conto per un attimo di dovere fare tutto
con molta calma, quasi stessi interrompendo qualcosa.
E in effetti la mancanza di parole ondulanti nell'aria era caratteristica che non mi sarei aspettato.
Tutto taceva, solo il rumore di qualche accendino ogni tanto, e qualche brocca posata sul legno
duro. Le persone che provavo a cercare con lo sguardo, mentre sceglievo un posto, non alzarono
nemmeno lo sguardo. Intrise dell'ocra delle lampadine attentavano al mio umore, già molto
precario. Avevo appena chiuso un'amicizia vecchia di vent'anni.
E ora sedevo su questa seggiola marrone di legna, e poggiavo i miei gomiti su questo tavolo di
albero.
D'un tratto il barista, interrompendo la sua contemplazione, mi adocchia e mi fa cenno:
"Non c'è servizio al tavolo" disse con faccia impossibilitata. Non che mi ebbe a dar fastidio, anzi,
sollevò un sorriso, dopo aver chiuso la frase, quasi a manifestarmi la sua incapacità di poter servire
tutti i tavoli. Mi avvicinai, e porsi il mio saluto notturno. Chiesi del liquore inglese,... [segue »]

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