Scritto da: Saverio Carulli

Il Viandante

Procedeva incerto lungo la strada della vita. Tanti i segnali fraintesi, gli avvertimenti ignorati, i pericoli sottostimati, alla costante ricerca di rassicuranti frammenti di verità.
Aveva forse sbagliato tutto? Obbiettivi, aspirazioni, desideri, ma a quale scopo? Inseguire un'idea di vita che non ci corrisponde, ecco il grande inganno! E ad ogni bivio, una sola domanda ormai si poneva: "Cosa perderò? Ne vale la pena?".
Perché quando le energie si esauriscono, l'insofferenza prende il posto della pazienza. A mancare non è l'impegno, la determinazione o la dedizione, ma un traguardo riconoscibile come tale. Perché quando lo intravedi, sai che esiste, e il tempo non è più un avversario da rincorrere, ma un fiore che aspetta di sbocciare.
Per questo adesso, dopo tanto girovagare, una domanda lo tormentava: è forse la direzione a cui guardo, ad essere sbagliata? Sto forse riducendo le mie scelte, in realtà, solo a quello che penso di meritare?
Un uomo saggio disse: "non si può pensare di risolvere un problema con la stessa mentalità che lo ha generato".
Cambiare prospettiva, e ammettere di aver sprecato energie a vuoto? Pericoloso. Dubitare delle proprie percezioni? Ancora di più. Per non rassegnarsi all'immobilità, forse la prima domanda da porsi è questa: è meglio consolarsi per sopravvivere o sperimentarsi per crescere?
Una cosa importante il viandante alla fine la capì; ad ogni bivio, ascolta con calma le tue sensazioni e poi chiediti: Quello che provi è bello o è comodo? Ti rassicura o ti emoziona? Ma soprattutto, il disagio che avverti, è paura di volare o paura di cadere?
"Il cuore è come un paracadute, si apre solo quando cadi".

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