Scritto da: Adriana Romanò

L'ombra di me


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Non riusciva a ricordare da quanto tempo fosse lì in piedi. Era un giorno anonimo di un'ingenerosa estate, tirava un venticello freddo che le faceva svolazzare la lunga gonna bianca.
"Ma quanto ci mette?" Pensò Sara incrociando le braccia al petto. Tutto era fermo, non un passante né un'auto in movimento. In cielo troneggiava una grande e bianchissima luna piena, simile alla palla da volley con la quale si allenava ogni giorno. Sara si lasciò sfuggire un sospiro nervoso. Ma dov'era finito Fabio? Possibile che si fosse dimenticato del loro appuntamento? La ragazza si decise ad estrarre il cellulare di tasca. Le dieci passate! Era lì dalle nove e venti, santo cielo! I loro amici li aspettavano già per le nove e quarantacinque in piazza e lei odiava arrivare in ritardo. Aveva già mandato a Fabio un sms e uno squillo. Avrebbe forse dovuto suonare a casa sua? Sapeva già che l'avrebbe punzecchiata per la sua eccessiva puntualità e le sue paranoie, come al solito. Lui era un eterno ritardatario e nessuno dei trucchetti di Sara aveva funzionato per indurlo a mantenere gli orari concordati. Beh, pazienza. Avrebbe suonato il citofono di casa sua e se poi avesse risposto quella ... [segue »]
Composto lunedì 30 giugno 2014

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    Scritto da: Adriana Romanò
    Ha partecipato al concorso
    #IORESTOACASAeSCRIVO

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