Scritta da: Sandra Piccinini

Nèmesis

L'inverno che sta arrivando
ha il colore dei tuoi capelli,
e dei tuoi occhi.
Piantati nei miei
quando mi hai detto addio.
Sono andata camminando,
anche in ginocchio
Sono andata chiamando
Ma i colori virano,
cambiano prospettive
Un tapis roulant
L'inverno che sta arrivando
ha il colore dei tuoi capelli,
gli occhi non li vedo più,
perduti tra i neon stanchi,
clacson lontani
E la nebbia.
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    Scritta da: Sandra Piccinini

    La distrazione

    Chi potrà mai dire di loro,
    se non scogli, e scale,
    e polverose strade /camminate a stento/
    Il futuro fu il presente,
    vissuto a gocce, tremolanti,
    infilando le ore nei rottami sparsi,
    sulla piazza deserta dei valori umani
    Che significato avessero dato
    al loro sopravvivere, cibandosi di loro stessi
    nell'ingenuo intento di fondere anime livide,
    resta un nodo che non scioglierà alcuno.
    La distrazione di sentimenti
    dal passato remoto,
    usati, accartocciati, inservibili,
    fermarono l'orologio alla prima ora
    Il resto è storia che non ha lasciato segno,
    ma tagli e scorie non riciclabili
    Di tutte le misere storie moribonde,
    fu la più tenace
    Morì per mancanza d'umiltà,
    lasciata vagare sola,
    tra le distese verdi degli ulivi
    Vicino al mare.
    Composta sabato 17 dicembre 2011
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      Scritta da: Sandra Piccinini

      In tua assenza

      Mattinata blu stretta in lidi di paglia e ossi di seppia,
      scruto l'orizzonte, il mento fra le gambe
      neppur distratta dalla ruota del traghetto arrugginito
      sporca battigia, odori marcescenti
      Eppur mi piace
      questo povero mare, così distante dall'oceano,
      pruriginoso di zanzare, magico di notte
      a guardare quel catino di stelle
      e a ridere di noi. del destino
      Giochiamolo adesso che non ci sei più, quel numero contato di pianeti,
      giochiamolo ora,
      che non ricordo quasi più chi sono
      È sempre così difficile tornare qui
      Per farmi male.
      Composta domenica 8 febbraio 2004
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        Scritta da: Sandra Piccinini

        Eppure

        Le zone mute dell'esistenza
        sono vicoli ciechi,
        stretti da mura e balconcini,
        panni stesi, radio lontane
        Musica vecchia,
        sgabuzzini con gli stracci
        Ci si fa l'abitudine come al dormire,
        se si dorme,
        o si va via di soppiatto
        se non si crede più.
        Le zone mute dell'esistenza
        sono incidenti di percorso,
        cambiano il senso delle cose,
        stendono lenzuola sulla testa
        per non ritrovarsi nudi, a singhiozzare
        Le zone mute dell'esistenza
        sono cancrene da amputare,
        un colpo secco, costringendosi al sorriso
        e la mano in un'altra, per saltare il muro
        Faticando a ritrovarsi,
        stringendo gli occhi ormai incolori.
        Eppure,
        senza quelle putride piaghe marcescenti,
        morte mute cieche, zone lontane, asfissianti,
        senza respiro né aria dove attingerlo
        Eppure,
        non ti amerei così
        No non ti amerei,
        così...
        Composta martedì 28 settembre 2004
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          Scritta da: Sandra Piccinini

          San Lorenzo

          San Lorenzo,
          e le stelle cadono, i nervi a pezzi,.
          piccole fabbriche di calunnie
          Depresse dall'aspettativa terrena,
          stroncate dai desideri insoluti
          Ma io ricordo notti luminose,
          dove tutto era possibile,
          e il vento caldo riportava l'eco del mare
          Divinità opulente,
          soluzioni desiderate
          Milioni di pailettes sulla scena,
          e il sorriso degli amanti nascosto,
          le teste abbassate
          Pudiche stelle esauste, ora
          illuminano scene d'indifferenza,
          mentre gli amanti parlano di danaro
          e il vento freddo, anche d'agosto,
          chiude le ultime finestre sul mare.
          Composta martedì 28 settembre 2004
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