Le migliori poesie inserite da Gianni Marcantoni

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Scritta da: Gianni Marcantoni

La campanella dell'intervallo della scuola

I piedi di mio padre puzzavano e aveva il sorriso
come un
mucchio di merda di cane.
ogni volta che notavo i peli ispidi irti corti della sua
barba dentro al lavandino del bagno
pensieri disgustosi si insinuavano nel mio cranio,
intuivo porticati gravidi di stolti per l'eternità.

Essere lo stesso sangue di quell'odiato sangue
rendeva le finestre intollerabili,
e la musica e i fiori e gli alberi
brutti.
Ma si vive: il suicidio prima dei dieci anni
è raro.

Brutali erano le calle
brutali il nettare e il bacio
brutale la campanella dell'intervallo della scuola.
brutali le partite di softball
brutali calcio e pallavolo.
i cieli erano bianchi e alti,
e guardavo le facce dei gioca-
tori
ed erano stranamente mascherate.

Adesso mangio nelle tavole calde
vado a concerti
vivo con donne
scommetto
bevo
poto siepi
compro automobili
ho amici e
animali;
partecipo a matrimoni
funerali
incontri di pugilato,
pago un'onesta fetta di tasse,
faccio la fila nei supermercati,
mi pulisco le unghie,
taglio i peli lunghi delle narici,
mi crogiolo al sole,
riparo danni,
cerco di non offendere,
rido,
ascolto i punti di vista dei nemici,
telefono ad idraulici e ad avvocati,
vengo trainato quando ho un guasto in autostrada,
tengo i denti puliti,
ricerco eroi,
vengo accecato se guardo troppo a lungo il sole.

I piedi di mio padre puzzavano e aveva il sorriso
come un
mucchio di merda di cane.

Dappertutto
è la stessa cosa.
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    Scritta da: Gianni Marcantoni

    Sommosse

    Ho guardato questa città bruciare due volte
    durante la mia vita
    e l'evento più rilevante
    è stato la reazione dei
    politici di fronte
    alle conseguenze
    quando hanno
    proclamato l'ingiustizia
    del sistema
    e hanno reclamato un nuovo
    patto sociale per i disgraziati e per i
    poveri.

    Niente è stato modificato la scorsa
    volta.
    Niente sarà cambiato questa
    volta.

    I poveri rimarranno poveri.
    i disoccupati rimarranno
    tali.
    Quelli senza casa rimarranno
    senza casa

    E i politici,
    ingrassati dal paese, prospereranno
    per sempre.
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      Scritta da: Gianni Marcantoni

      Show business

      Marty, ascoltami, tutte le star
      saranno lì!
      So che non ci guadagnerai nemmeno un soldo!
      Ma sono ottime pubbliche relazioni!
      Il pubblico ama queste serate
      di beneficenza per i malati di aids, marty!
      Così capiscono che hai
      cuore, così capiscono che
      hai anima!
      Chiedi a qualsiasi p. R.!
      tutti i loro clienti lo
      fanno!
      Prendi sammy d.! è tuo
      amico, che cosa pensi che gliene freghi
      se qualcuno muore di aids?
      Sa che il guadagno arriverà
      dopo
      quando farà la prossima parte importante!
      Svegliati, marty!
      Lo fanno tutti!
      Stai attento o il pubblico presto si
      chiederà: "come mai marty mellon
      non partecipa a nessuna serata di beneficenza per
      i malati di aids?"
      Quella è la fine, marty!
      Per te!
      Hai capito?
      Eh?
      Forza ragazzo!
      Mi hai appena fatto cagare sotto
      dalla paura!
      Allora, la prossima è fissata per
      il 20 giugno, ti metterò nella
      lista, tutti i paraculi della città
      saranno lì.
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        Scritta da: Gianni Marcantoni

        Se ti vuoi ammazzare

        Se ti vuoi ammazzare, perché non ti vuoi ammazzare?
        Ah, approfittane! Che io che tanto amo la morte e la vita,
        se osassi ammazzarmi, anch'io mi ammazzerei...
        Ah, se oserai, osa!
        A che ti serve il quadro successivo delle immagini esterne
        che chiamiamo il mondo?
        La cinematografia delle ore recitate
        da attori di convenzioni e pose determinate,
        il circo policromo del nostro dinamismo senza fine?
        A che ti serve il tuo mondo interiore che disconosci?
        Forse, ammazzandoti, finalmente lo conoscerai...
        Forse, finendo, comincerai...
        E, in ogni caso, se ti manca essere,
        ah, stancati nobilmente,
        e ubriaco non cantare, come me, la vita,
        non salutare come me la morte in letteratura!

        Sei necessario? O futile ombra chiamata gente!
        Nessuno è necessario; non sei necessario a nessuno...
        senza di te tutto scorrerà senza di te.
        Forse per gli altri è peggio se esisti che se ti ammazzi...
        forse pesi di più durando, che cessando di durare...

        Il dolore degli altri?... Hai il rimorso anticipato
        che ti piangano?
        Tranquillo: poco ti piangeranno...
        L'impulso vitale asciuga le lacrime poco a poco,
        quando non sono per cose nostre,
        quando sono per ciò che succede agli altri, soprattutto la morte,
        perché è la cosa dopo la quale niente succede agli altri...

        Dapprima è l'angustia, la sorpresa della visita
        del mistero e dell'assenza della tua vita parlata...
        poi l'orrore della bara visibile e materiale,
        e gli uomini in nero che esercitano la professione di stare lì.
        Poi la famiglia che veglia, inconsolabile e che racconta aneddoti,
        piangendo tra le ultime notizie dei giornali della sera,
        intersecando il dolore della tua morte con l'ultimo delitto...
        e tu mera causa occasionale di quella lamentazione,
        tu, veramente morto, molto più morto di quanto pensi...

        molto più morto qui, di quanto credi,
        anche se sei molto più vivo al di là...

        Poi il ritiro nero verso la tomba o la fossa,
        e poi l'inizio della morte della tua memoria.
        Dapprima c'è in tutti un sollievo
        della tragedia un po' seccante che tu sia morto...
        Poi la conversazione si alleggerisce man mano,
        e la vita di tutti i giorni riprende il suo corso...
        Infine, lentamente, sei dimenticato.
        Sei ricordato in due date, anniversariamente:
        il giorno della tua nascita, e il giorno della tua morte.

        Nient'altro, nient'altro, assolutamente nient'altro.
        Due volte all'anno pensano a te.
        Due volte all'anno sospira per te chi ti amò,
        e qualche volta sospirano se per caso si parla ti te.

        Guardati a freddo, e guarda a freddo cosa siamo...
        Se ti vuoi ammazzare, ammazzati...
        Non farti scrupoli morali, incertezze dell'intelligenza!
        Che scrupoli o incertezze ha la meccanica della vita?
        Che scrupoli chimici ha l'impulso che genera
        la linfa, e la circolazione del sangue, e l'amore?
        Che memoria degli altri ha il ritmo allegro della vita?

        Ah, povera vanità in carne e ossa chiamata uomo,
        non vedi che non hai assolutamente nessuna importanza?
        Sei importante per te, perché è te stesso che senti.
        Sei tutto per te, perché per te sei l'universo,
        e lo stesso universo e gli altri
        satelliti della tua soggettività oggettiva.
        Sei importante per te perché solo tu sei importante per te.
        E se tu sei così, o mito, gli altri non sono lo stesso?

        Hai, come Amleto, il terrore dello sconosciuto?
        Ma cosa è conosciuto? Cosa conosci tu,
        per chiamare sconosciuto qualcosa in particolare?

        Hai, come Falstaff, un grasso amore per la vita?
        Se la ami così materialmente, amala ancor più materialmente:
        divieni parte carnale della terra e delle cose!
        Disperditi, sistema psichico-chimico
        di cellule notturnamente coscienti
        nella notturna coscienza dell'incoscienza dei corpi,
        nella grande coperta che niente copre delle apparenze,
        nel prato e nell'erba della proliferazione degli esseri,
        nella nebbia atomica delle cose,
        nelle pareti turbinanti
        del vuoto dinamico del mondo...
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