Poesie inserite da margherita1

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Scritta da: margherita1

In rima col mio nome:

Mi tuffo nell'acqua del torrente
che rimbomba assordante
tra mille gorgoglii,
s'impenna sulla sponda
poi perisce come
schiuma in mezzo a un onda,
affronto quel che appare
una cascata che toglie fiato,
la bevo facendone boccate,
una sasso spigoloso
mi pugnala il fianco
lo aggiro e non mi fermo,
nuoto con testarda ostinazione,
raccolgo le mie forze
sotto questo cielo
che si specchia sul mio dorso,
raddoppio le mie forze
perché questo è il mio destino,
punto dritto quella roccia
dove sarà l'arrivo
tanto dura la mia vita,
con l'istinto disperato
di chi sa che va a morire,
ma prima di arrivare
qualcuno mi dovrà dire
perché incontro i miei fratelli
andare in senso opposto,
io solo come un pazzo
risalgo la corrente.
Mia madre mi chiamò Salmone
e mentre muoio in riva al fiume
sorrido pensando all'unica rima
che sovviene con questa stupida vita
e con il mio nome.
Composta giovedì 17 luglio 2014
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    Scritta da: margherita1

    Poetando

    Quando quell'alito d'aria
    sfiora la nuca e
    un brivido d'impulso
    sale da chissà quale dedalo
    nascosto tra mente e cuore,
    allora mi sento poeta,
    ma nessuna parola
    anche la più congeniata
    rasenta quello stato
    imprescindibile dalla sensazione
    che neppure svuotando l'anima
    potrei tradurre in versi.
    Allora fallisce il mio essere poeta
    essendo mediocre agli occhi altrui,
    o forse è più poeta chi architetta
    in bell'effetto una menzogna?
    Mai fu compreso il genio
    e il poeta si consola,
    ma il genio invece affanna,
    mai appagato dalla sua creatura,
    tradito dal suo stesso dire
    che mai è ciò che vorrebbe.
    Convertire dolore o gioia
    in concreto effetto di lettura
    che appaia tra le righe
    tutto il suo sentire e poi
    svuotato nelle membra
    lasciarsi andare attendendo
    nuovamente dell'anima il sospiro.
    Composta lunedì 30 dicembre 2013
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      Scritta da: margherita1

      Che notte stanotte

      Che strano stasera
      guardare al tempo passato,
      riflessi di specchi lontani
      di visi sfuocati
      tra impronte di mani
      lasciate e inchiodate
      nell'anima mia.
      Gioia che preme
      sul cuore contuso
      da sogni bambini
      ormai lontani
      che non voglio lasciare.
      Eppure ogni ferita
      seppur medicata
      ancora dolente
      non voglio scordare,
      sento ancora il dolore
      rimbalzare muto
      sulla mia pelle,
      mi aggrappo tenace
      ad ogni soffio di vento
      che mi trascina lontano.
      Un alito di vita
      che vibra e reclama fiato,
      si espande e libra
      in luci multicolori
      ed esplode senza rumore
      nel silenzio di questa notte
      muta e silenziosa.
      Composta domenica 22 dicembre 2013
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        Scritta da: margherita1

        Si nome donna

        Sono una donna
        ma mai vissi da donna.
        Ho sulla pelle tutti i tatuaggi
        di lacrime e dolore,
        li nascondo per vergogna
        di colpe che non ho.
        Generoso fu il mio cuore,
        molte, tante, troppe volte
        di questo chiedo perdono,
        di essermi persa nei meandri
        di questa malattia che non era mia,
        eppure a testa china con le mani
        abbracciate al capo,
        vagavo gli occhi verso mondi immaginari
        per fuggire alla vista della vita vera.
        Sembrava bastare per continuare a vivere,
        ma la vita è più forte e nella lotta vinse.
        A mani nude con unghie spezzate
        scalo il muro per guardare cosa c'è aldilà
        per sapere se è vero che esiste la felicità.
        Voglio sentirmi un fiore che sgomita
        per uscire dal fango
        spandere profumo nell'aria
        mentre abbraccio la nuova vita.
        Composta sabato 4 maggio 2013
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          Scritta da: margherita1

          Il pianto delle donne

          Eri così bella
          con quelle onde tra i capelli
          che sapevano di mare,
          e quello sguardo morbido
          che accarezzava il cielo
          sembrava posarsi lieve su ogni cosa.
          Odoravi di torte e di bucato
          e il mio chiamarti mamma
          abbracciava tutto il creato intero.
          Eppure non ti dissi mai di quel giorno
          quando nascosta a coprirti il volto
          udii il tuo pianto.
          Era leggero come il lamento
          di un animale ferito,
          soffocato tra le pieghe del grembiule,
          piangevi... oh Dio... ricordo sai come piangevi,
          come solo le donne sanno fare,
          in silenzio... senza clamore.
          E il mio cuore di bimba batteva impazzito
          confuso e sgomento.
          Non ti dissi mai di quel giorno
          né mai ti chiesi il perché,
          per amore ti lasciai portare con te
          quel ricordo.
          Ma sai Madre ci sono giorni
          che non si dimenticano
          che segnano una tappa nella vita,
          per me fu quel pianto che se
          tornassi indietro un istante solo,
          asciugerei coi baci che solo una bimba
          sa donare.
          Composta sabato 13 aprile 2013
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            Scritta da: margherita1

            PRIMAVERA

            Ho visto un fiore stamattina
            un accesso di colore
            sgomitava tra le zolle,
            faceva capolino
            con timido imbarazzo.
            Solo ed unico accenno di Primavera
            tra la pioggia dei campi.
            Un petalo sporgeva con fatica
            d'un color indeciso
            tra le braccia di due tenere foglie
            incredulo d'esser nato a sua insaputa.
            Sembrava non sapere cosa fare
            ma un pallido raggio di sole
            si sporse tra le nubi
            sdraiandosi lì accanto.
            Piccoli semi ancora addormentati
            sbadigliarono stupiti
            e presto piccole primule
            radunandosi a macchia
            intonarono il canto della vita.

            Franca Mercadante.
            Composta sabato 13 aprile 2013
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              Scritta da: margherita1

              È un duro percorso

              Ai piedi dell'invalicabile montagna,
              piego le ginocchia stanche
              come raccolta in preghiera,
              la fronte sull'umido terreno.
              Mi raggomitolo mimetizzandomi.
              Voglio solo riposare
              prima di tornare in piedi,
              trovare la posizione originale.

              L'ombra mi sovrasta
              e incombe come grandine gelata
              sulla mia pelle nuda.
              Il cuore stretto in pugno
              si nasconde per paura
              di essere colpito ancora.
              Ma il suo pulsare aritmico
              amplifica il suono
              e scoppia in un pianto di fango.

              Mi accartoccio tra le braccia.
              chiudo gli occhi per vedere
              un altro buio colorato.
              Vorrei scavare un fosso
              come fanno i cani
              e dormirci dentro.

              Ma i piedi dolenti sotto il peso
              non si arrendono e
              muovono lenti.
              Sarà un passo.
              Poi un altro
              e un altro ancora.
              Composta lunedì 25 febbraio 2013
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                Scritta da: margherita1

                Il passante

                Vaga un passante nella nebbia.
                Calza un cappello color solitudine
                il mento appoggiato al cuore
                pesante come i suoi pensieri.
                I passi lenti senza direzione
                incedono sotto il peso
                di un cappotto liso.
                Neppure lui sa il suo nome
                non sa dove alberga
                la dignità di quand'era uomo.
                Un attimo è l'incrocio
                di sguardi al passare.
                Negli occhi il vuoto acquoso
                di un mondo fallito,
                pochi spiccioli a far compagnia
                nelle tasche bucate.
                Basta poco a risalir la china
                ma ha piombo nel bagaglio
                di quel cuore consumato,
                chino il capo e lo sorpasso
                mentre la nebbia lo avvolge
                e scompare nella via.
                Composta sabato 19 gennaio 2013
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                  Scritta da: margherita1

                  Anno che va, anno che viene

                  Anche l'ultima luce si spegne,
                  tacciono le vetrine in festa
                  e carte sgualcite dormono
                  negli angoli.
                  Si è consumata questa furia gioiosa
                  di plastica e capponi,
                  ognuno pago dell'inutile
                  giace avvinto all'abete avvizzito.
                  Il silenzio scende sulle strade
                  umide di nebbia
                  e rintanati nelle proprie stanze
                  torniamo alla vita di sempre,
                  ubriachi di finte illusioni
                  attendiamo i dodici rintocchi
                  che porteranno vite fotocopiate,
                  ma nel cuore vive ancora
                  quella speranza che non vuol tacere,
                  ostinati attendiamo il vento nuovo
                  che soffiando porterà nuovi doni.
                  Amore, soldi, lavoro, potere,
                  ognuno scruterà l'orizzonte
                  per scorgere l'arrivo del sogno
                  per iniziare daccapo.
                  Ma per tutto questo non basta
                  un giorno qualunque,
                  di un mese qualunque,
                  di un anno qualunque?
                  Composta sabato 29 dicembre 2012
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                    Scritta da: margherita1

                    Fratello gay

                    E se Dio quel giorno,
                    (a patto che fosse davvero Lui),
                    dopo le immani fatiche
                    avesse avuto una fantasia d'amore
                    creando l'umano gay
                    regalandogli un battito di cuore
                    un'emozione nuova,
                    dovremmo inorridire al suo operato?
                    Potremmo pensare che
                    cosi come tra luna e sole
                    creò l'alba e l'aurora,
                    non risparmiò tempo
                    inventando due stagioni,
                    ma quattro per regalarci
                    frutti a rotazione,
                    e ancora tra calura e siccità
                    neve gelo tra i ghiacciai
                    ci donò la brezza tiepida
                    per rinfrancar lo spirito.
                    Non è fratello
                    colui che ama ed è riamato
                    senza chiedersi perché?
                    Così come l'amore che vive
                    senza leggi né ragione,
                    ma solo sentimento ed emozione,
                    vola tra cuori innamorati
                    posando lieve il suo candore
                    senza guardare distinzioni,
                    né tempo, distanze e colori.
                    Colui che cieco rinnega quel calore
                    in nome di una legge sconosciuta
                    a tutto il cielo ed al creato,
                    dettata dall'uomo bieco
                    che si arroga del diritto divino,
                    dico che il nemico è la paura
                    ma il cuore puro è guerriero coraggioso
                    e spande amore intorno forte della sua verità.
                    Composta venerdì 23 novembre 2012
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