Spiriti dell'aria, musichi e danzatori

Spiriti dell'aria, musichi
e danzatori, portatemi con voi
nell'oltre cielo che risorge.
Malato e svampato son di vita!
Voi sapete di me, del mio cuore
conoscete la storia dei miei anni
l'autodafè del mio destino.
Reo d'amore e di bene.
Sono nella cella senza grate
miasmi respiro e vivo
tra le inclemenze del tempo.
Orsù non lasciatemi ancorato
nella rada del dolore
tinte di pena son le vedute
intorno, scurito è l'affresco
di albe e di tramonti,
dai giorni niuna luce brilla
da un buio folto e ispessito.
A che il respiro senza luce
i colloqui con la mia ombra
il polverio e il vocio dei ricordi
or dolci o funerei e amari
che si affoltano nella bufera?
Non udite l'eco dei miei singulti
tra valli e dirupi, le urla
che s'alzano dalle latebre
dell'anima mia nell'ora alta?
Oh labbri eterei sussurrate
il vostro invito mi giunga
da un varco io spicchi un volo
uno svolìo mi esponga alla luce
un fremere di vita rifiorisca
una esistenza che languisce;
su un domani lieto ricada
il mio sguardo: ancor sfrecci
prima che rintombi su una croce.

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