Si, di me non hai ancora un volto

Si, di me non hai ancora un volto
ma solo una voce e un po' di tepore
per modellare l'incorporea mia forma
eppure ad ogni riascoltarci nitida
par che ritorni un'infantile gioia
possiamo respirare tra le stelle
andando per il giorno, pur lontani,
abbondanza e succo di primizie
rinvenire tra i solchi dei nostri pensieri.
Non ne voglio, non ne posso
perdere neppure una goccia
troppo prezioso è per la vita
affetta da strozzarsi di secchezze;
per te e per me voglio sognare
ripensare al sole, cercare perle;
finita la mia sosta sul sentiero
deserto di presenze vive
compagno proseguire insieme
e intonare all'arpeggio che vibra in noi
una nuova canzone di emozioni.
Avventizia non sia quest'epoca di ali:
un volo d'api non reclini, un sorriso
esploda sempre in dolcezze
in questa luce che rilascia luminanze
e allontana le tenebre di ieri.
Su, intendi questi spiriti che parlano
di albe future, di preannunci
di frescure di altri mattini
di presenze di palpiti e tremori
di sciami di sorti trasalimenti:
acerbo e odioso un passato
sia solo il pattume di un ricordo
seppellito nella discarica del dolore!
Schiudi le tue labbra serrate
respira questa nuova stagione
che tra la nostra meraviglia
incede e odora di fiori
scongiurato domani sia
un saluto distacco tra di noi.
Se acrobata cammino sul filo teso
tra il principio e la fine
tienimi in equilibrio sicuro
bilanciami con l'asta del tuo cuore
e parlami perché io non veda
gli aguzzi speroni che stanno
nel sottofondo aspro della vita:
ci risposi l'amore di essere e sentire
e altro suono nuziale ci commuova
al correre della sabbia nella clessidra.

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