Alla maniera di Shakespeare

Chi sei tu che dalla tenebra appari
e suoni i tuoi capelli come vermiglia rete,
offrendo maliziosa il tuo veleno ambrato
mentre languida avvicini le mie labbra
e guardandomi le accarezzi con un bacio?

Comunque il tuo ariete trova l'uscio spalancato
perché se guardi e hai visto anch'io non son da meno,
e lesto ti ricambio in modo assai cortese
ed anche generoso ché c'aggiungo un po' del mio,
e la colpa è un prezzo che non devo pagare.

Chi sei tu che vieni a portare innovamento
e stringi nelle gambe una tenue speranza,
pretendendo in cambio una tiepida freschezza
mentre le tue mani esplorano il petto
in cerca di un ansimante e azzurro orgasmo?

Ma sei così fugace e un ostacolo interrompe,
il nostro rito cessa e l'equilibrio si fa nero,
così rapido è il contatto, come la tua sparizione
che neanche faccio in tempo ad imprimerti in memoria;
solo un fremito ricorda il tuo sapore vaporoso.

Chi sei tu che t'allontani contro voglia
e mi lasci risoluta sbigottito e sorridente,
arrivando chissà come forse dalla mia coscienza
mentre cavalcando un uragano travolgi le certezze
ed in dono m'hai portato consapevolezze nuove?

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