Scritta da: P. Metallo

Caverna

Chiusi in una vecchia caverna come primitivi,
svegliati dal sole e i suoi raggi che ci rendono attivi.
Difficili da arginare son le acute ferite,
spingendoci a percorrere innumerevoli salite.
Costruiamo il nostro rifugio, sasso dopo sasso,
sperando che non crolli facendoci cadere in basso.
Come gladiatori lottiamo in questa grande arena,
mentre oscillano alti e bassi come sopra a un'altalena.
Uno spiraglio di luce entra dalla finestra e proietta,
quell'ombra sul muro che si aggira sospetta.
Intimorisce il presente rafforzando ferite,
cicatrici che dal tempo sembravano guarite.
Per rafforzarci, resta indelebile il nostro passato,
e sullo schermo mostra ciò che abbiamo affrontato.
Davanti allo specchio a guardar ciò che siam diventati
e come dopo tante sfide la vita ci abbia formati.
Siam frutto di un cammino in un campo di mine,
siam quelli che han raccolto rose nonostante le spine.
Composta lunedì 1 febbraio 2021

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