La donna ai piani

Non lo so
se faccia quel mestiere perché non ha di meglio,
oppure per sua scelta.
Passa a pulire quando la stanza è vuota,
dopo qualche ora.
E non ci fa più caso
se il letto è stato testimone di un amore,
di un tradimento,
o di una prestazione a prezzo.
Gli basta il colpo d'occhio.
Se è molto sfatto c'era la passione,
se invece è quasi a posto c'era la professione.
Ma poi chi se ne frega.
Basta lavorare.
Li sente
mentre passa per i corridoi.
Le grida,
i lamenti di piacere
e tutto il resto.
Le liti all'improvviso
per le richieste non previste.
Le promesse mai negate in quei momenti
che diventano parole rinnegate a fine tempo,
fuori dalla stanza.
E poi li vede andare in fretta.
Qualcuna torna ad invitare il prossimo,
altre hanno un marito che le aspetta.
Una moglie.
E poi ci sono quelli che vanno lì da anni.
Prima da amanti.
Ed anche adesso,
che sembrano due sposi che lasciano a casa un marito ed una moglie,
e tornano sul luogo del peccato originale.
Che dopo anni sembra più il luogo del misfatto.
Chissà perché lo fanno.
La incontro spesso quella donna ai piani,
che dà il buongiorno con un cenno a testa bassa,
certo per far pensare che non vede.
O forse è il suo modo di salutare
uno che va lì spesso.
E sono quasi certo che non si chiede mai
perché non prenda camere e sia solo.
Percorra il corridoio
ed arrivato a quella stanza
faccia come per bussare,
mi fermi un attimo
e poi ritorni indietro.
Così da tempo.
Composta mercoledì 25 novembre 2015

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