Scritta da: Rocco D. Salerno

Odissea d'emozioni

Salpando per il mare dei miei ricordi
come sogni affidati al mare
all'interno di una bottiglia,
mi lasciai trasportare dalle onde
abbandonandomi completamente ad esse.
Arrivai in una bonaccia di pensieri,
ovunque attorno guardavo nient'altro che orizzonte.
Inaspettatamente una brezza di preoccupazioni iniziò a soffiare
e senza nemmeno accorgermene mi ritrovai in una tempesta di emozioni.
Affrontai le onde sfidando il cielo,
risposi ai fulmini senza paura
esigendo il peggio che riuscivano a scatenarmi contro.
Non so quanto tempo rimasi incosciente,
in balia di me stesso.
Mi svegliai ché il cielo era sereno.
Disperso dentro me stesso
cercai conforto nei raggi di sole.
Il calore sul volto mi dava conforto
giochi di luce in acqua formati
m'incitavano a non lasciarmi andare.
Senza idee ne meta,
vagai tra le mie memorie,
zingaro del mare, vagabondo d'emozioni.
Una musica soave catturò la mia attenzione,
voltai la testa ed affinai lo sguardo.
Mai, io capì cosa voi realmente foste.
Spuma di onde e lingue di pietra,
splendide creature lì sopra adagiate,
voce armoniosa ed ingannatrice.
A voi mi chiamavate tendendomi un agguato,
subito mi allontanai con senso di repulsione,
etichettandole diaboliche creature tentatrici.
Mentre tra noi la distanza si ampliava
con senso di rancore ed amarezza
non potei fare a meno d'ammirarle.
Ed eccomi di nuovo lì,
disperso in mare,
frustato e stanco alla ricerca di un perché.
Alla fine calò la nebbia,
espandendosi arrivò a fondersi con l'orizzonte
divenendo tutt'uno col cielo.
Tutto intorno a me scomparve 
divorato dalla foschia.
Dal nulla apparve qualcosa di familiare,
era un volto, chissà,
forse soltanto due occhi.
Se miraggio o immaginazione 
non so cosa fosse.
Conoscevo quegli occhi,
gli stessi di chi chiamavo amore.
Non erano come li ricordavo,
apparivano come sguardo di sconosciuta.
Mi fissava come se non sapesse chi io fossi,
maledetti occhi come lame,
capaci di riaprire cicatrici,
riducendo brandelli vecchi sentimenti.
Impotente di fronte a lei
incapace di una reazione,
mi sentivo orrendamente umiliato.
Fulmine al ciel sereno,
mi si accese il lume della ragione,
senso di quest'odissea d'emozioni
fu trovare una risposta nei setti mari del mio io.
Inaspettatamente spuntò il sole,
che le paure portò via,
ed anche quegli occhi andarono diradandosi
così come la foschia.
La mia avventura è ormai finita,
il battesimo del mare così
come il primo amore dimenticar non si può.
E se l'amore è un mare di emozioni,
chi mi dice che la rotta già battuta fosse la migliore.
Se non amplio i miei orizzonti
come farò a scoprire l'esistenza
di mari più grandi, abissi profondi e oceani violenti.
Composta martedì 3 febbraio 2015

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