Scritta da: Sandro Spallino

Ogni raggio a te volge

Il vento muove i rami delle
acacie fra lucide formiche
qui scivola e s'inabissa
nel braciere cuore la tua
immagine sottile, nomade
fugge il tuo canto oltre il crinale
di cime e nel sangue la speranza
s'imprime.

Era nella pietra immota come
un grido schiuso d'antiche leggende
il tuo nome, riarso sfavilla al
sole tra fuscelli in rovine.
Dove leggiadra passeggi non
s'ode traccia di un Dio, libera
e rompe la scorza per esistere
ogni raccordo di vite. S'udiva
a novembre la tua mano
sulle erbe vive, fiato d'innesto
amore sui folti papiri.

Ogni raggio a te volge, si china
di suono ai ventagli del giorno,
muore per un docile ritorno
fianco al tuo cuore camminando.

Non so se fosti musa o dea per i
poveri del mondo, per gli ultimi
che scalano spacchi cocciuti di
strapiombo, per me che fuggo
la curva al tramonto fosti donna vera,
odoroso corallo a primavera
di fatiche umane, dolceneri capelli
intrigo della mia anima annodata
delle mie tante ferite, pane di un
miracolo nella terra arsa piovuto
stanotte tra le mie gemme recise.

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