Un saluto di canapa

Io
questa morte,
l'ennesima morte che non vale niente
la voglio dedicare a un po' di gente.
Vi faccio un regalo che per voi
vale di certo poco
ma che a me costa molto caro.
Un regalo che vi meritate,
un regalo d'estate.
Vi regalo un uomo appeso,
un corpo sospeso.
Sospeso a un albero,
a una trave.
Pezzi di legno
diventati all'improvviso boia loro malgrado,
costretti ad ascoltare le ultime bestemmie
nomi cognomi e fatti,
accuse,
e quel
-facciamo presto per favore-
che però non possono esaudire,
perché non sanno cosa fare
non sono nati per impiccare.
Restano fermi,
lì,
mentre invece la corda non sente per mestiere
cultura e antiche parentele
o forse non ha cuore
e stringe,
senza provare alcun dolore.
Ed ecco fatto,
il giorno dopo
un morto in più sulla coscienza,
non per un gesto disperato
ma per un uomo assassinato.
Io questa morte ve la voglio dedicare
con una dedica originale,
mandandovi a cacare,
voi con i vostri studi e le carriere,
voi che tornate casa tutte le sere,
con la coscienza sporca
ed il domani assicurato.
Voi che guardate in viso i vostri figli
che hanno di fronte un padre disgraziato.
Voi che strisciate sempre
con quel permesso in testa di poter far tutto,
separati dagli altri da un abisso e un muro.
A voi riservo
come finale,
il mio affezionato caldo ed eterno vaffanculo.
Composta sabato 20 luglio 2013

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