La libertà, dentro e fuori dal verso

Ho goduto di questa notte che non mi lascia andar via.
È qui stesa, mi tende ancora le braccia,
ancora, il velo voluttuoso mi avvolge.
Preda delle sue gambe, prigioniero del desiderio.
Nuda, sospesa su un pentagramma invisibile,
aspetta ancora carezze dalla mia mano,
la nota che scriverà la fine senza fine.
Galoppo sul colle dei suoi fianchi, la penna è una spada,
il nettare dei suoi seni la verità.
Il cielo è tutt'uno, il mare il nostro letto,
le stelle una coperta, un pianeta la mia testa,
il sole nel mio petto.
Suona, al mio orecchio, la sua voce.
Piange ora, il pianto delle nubi, racconta del fiume,
canta delle onde, sospira del vento.
Prega la pace dell'albero, respira la fedeltà del cane,
parla, al mio orecchio, col silenzio della vita.
Sarai libero poeta,
libero, sussurra, solo dopo, che l'ultimo verso,
avrai scritto.
Solo dopo sussurra al mio cuore.
Composta lunedì 21 gennaio 2013

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    Può essere una donna come la notte.

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