Scritta da: Michele Gentile

Impossibile

Sapeva d'amore quel peccato
e sapeva già
che sarebbe finita.
Cos'è allora tutto questo stupore...
se non ci sono più istanze,
offese che trovino pace
tra le misere rovine del perdono?
Perché l'indecenza non cerca di comprendere?
Non volevo nutrirmi di dubbi,
costretto a tornare da me
a farmi visita ogni notte
senza riflettere sul senso di una cortesia.
Paradosso di Escher e non un Dio
che mi dia una mano
che dia retta alla mia sorte,
petali d'acredine scagliati
contro ogni rinascita;
rigurgiti di sole decapitano
buoni propositi...
traggono beneficio dai rancori
che sorvolano le mie cattedrali,
nulla a che vedere
con il guanto di sfida
lanciatomi dalla tua partenza.
Appartengo al nulla
alla possibile ragione
di un passato imperfetto.
Composta giovedì 24 gennaio 2013

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