Un che di antico

Un che di antico
E di tragico,
di triste e di beffardo
possiede la mia terra,
le valli seminate di rovine
splendide,
i picchi di montagne
fitte ancora di selve
o coronate di tetti.

Un atavico tormento
Rode il cuore
Della mia terra;
orgoglio millenario
e mescolanza
di nobili stirpi remote
intridono i suoi sassi,
persino,
e la polvere dei sentieri
perduti fra cespugli
d’erbe odorose.

Una grazia gentile fiorisce
Fra i gerani in vaso
Sui balconi
E fra le barche in secca
Sulla riva
E negli occhi dolenti
E ruvidi della mia gente.

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