L'Iraq

Oh! Caro Iraq,
il tuo viso ricorda
vecchi tratti di una storia lontana,
figure di un sapere ormai perso,
l'allegria degli uccelli che aleggiavano nel tuo cielo
fuggiti
alla presenza del perfido predatore B-52
da mesi e mesi egli trascina la sua mole
su di te
lacerandoti vecchie ferite,
giorno per giorno aprendone delle nuove.
Tu grande Madre,
chiedi la vita ai tuoi figli...
ma un genitore seppellir mai dovrebbe un figlio.
Un ragazzo con un mitra
appare dinanzi alla morte:
Un Marines...
Gli attraversa il petto un fragore;
annichilisce a terra con il sopravvento del buio.
Il suo corpo viaggia
nelle acque, come braccia di madre, del grande fiume Tigri,
fuggendo dall'oblio
il suo seguir la città.
Fuori è buio, le strade sono silenziose,
spente sono le luci.
Oh! Caro Iraq,
come si può cantare alla vita
in un mondo buio e carico d'odio?
Composta giovedì 10 aprile 2003

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