Scritta da: Giuseppe Calabrò

Un tempo che fù

Su una pietra dell'alto monte assiso,
Mentre le tenebre su di me s'adagiano,
Guardo il mio caldo foco,
Che la notte lacera e le pupille abbaglia.

Tu guizzi e sfavilli con folli danze
Di mille e mille ardenti ballerine,
Al crepitar sinfonico di colorate fiamme.

Le tue morbide flessuose dita al nero ciel protese
Evocano in me fantasmi ormai sopiti
Di un tempo lontano, che ormai non c'è più.

Candide e lascive membra, Turgide labbra,
Voluttuosi amplessi di tenere amanti.

Turbinio di visi... Senza più alcun nome.

Dolorosi, ingannevoli spettri
Di un tempo che fù.

Su quella pietra dell'alto monte assiso,
Cupa e fredda è ora la notte.

Le tue fiamme muovono e fanno danzare
Attorno a me le ombre dei ricordi.

Ma solo son'io ora su questo alto monte!

La notte fugge con le sue ombre
E con le sue illusioni
La vita fugge e un nuovo dì s'appressa,

Le tue fiamme calano, tu lentamente muori e
Muoiono con te le mie illusioni.

Più nulla ora resta,
Solo cenere.
Composta venerdì 23 settembre 2011

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