Quindici minuti dì solitudine

Sono solo ma non sono triste,
forse perché mi sento rincuorare dal lieve canto degli uccellini
o dal delizioso profumo dei fiori
o dal calore che emanano i raggi del sole
o dalla dolce brezza che sembra accarezzarmi il viso come la mano di una persona cara;
non so perché... ma sono felice.
Mi sento amato da una madre così bella e così importante,
a volte penso con nostalgia di volare,
di vedere tutti e tutto dall'alto
e poi posarmi su un ramo,
proprio così come fai tu, piccolo uccellino,
guardandoti si vede la tua gioia, la tua voglia di vivere,
anch'io voglio essere come te;
tu grandi problemi non né hai;
tu te ne stai su un ramo a cantare,
poi quando ti stufi prendi e te ne vai a volare da qualche altra parte,
tu non puoi che ringraziare chi ti ha creato,
per questo canti sempre?

Noi, invece no, vogliamo progredire,
(allora aumentano i problemi per vivere questa vita),
infatti noi non ci contentiamo mai,
non siamo come te!
Tu sei un esempio di come vivere la vita,
ma purtroppo oramai nella nostra società non è possibile imitarti;
forse adesso, mi stai dicendo che siamo ipocriti,
perché con il nostro progresso stiamo uccidendo la nostra buona madre,
ci stiamo allontanando da lei,
così buona con noi e noi non stiamo facendo altro che ucciderla,
per sostituirla con quella che noi chiamiamo civiltà.

Perché siamo così?

Ora mio caro uccellino ti devo salutare,
perché gli impegni della vita hanno coinvolto anche me,
ma vorrei essere come te, tenero e generoso
per la compagnia che mi hai tenuto fino ad adesso.
Ora ti saluto, Cip-Ciao.

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