Scritta da: Nello Maruca

Redentore

Fredda era la notte ed innevata
e la Pia Donna di bontà infinita
di stanchezza e doglianza già stremata
Al Redentore del mondo dava vita.
Bussò Giuseppe a tutti i casolari
Onde dare a Maria caldo giaciglio
ma tutti gli occupanti furo avari
Disdicendo Chi portava Divin Figlio.
Aveva posto solo in una stalla,
per letto il fieno d'una mangiatoia,
al respiro del bue e l'asinella
tenea Maria della maternità la gioia.
Lui di tutto il creato possidente
luogo migliore per nascere non ebbe,
per l'ingordigia dell'umana gente
nacque in miseria ed in miseria crebbe.
Quel sembiante Umano, ch'era Divino,
da Castissima Donna concepito
al Dio Grande e Beato era l'affine
ma da bieca umanità non fu capito.
A Betlemme di Giudea resta la Grotta
Che il Vagito Divino prima intese;
luogo diviene di retta condotta
cui grazia rende il cristiano e rese.
Regnava, allora, nella Giudea Erode,
uomo protervo, essere triviale
d'ognuno paventava tranello e frode,
poiché l'istinto suo era carnale.
Seppe, dai Magi, di Gesù la nascita
che di Giudea predicavano Re,
decretò, quindi, togliere la vita
agl'innocenti sotto gli anni tre.

Al Puro putativo Padre Giuseppe
un Angelo veloce venne in sogno:
corri in Egitto, non badare a steppe
ch'Erode al Piccoletto porta sdegno.
Dell'Angelo a Maria dato l'avviso
lasciavano quel luogo benedetto,
in braccio Gesù dal casto bel sorriso
in cerca d'altro tetto e d'altro letto.
Quando l'Onnipotente al sonno eterno
gli occhi chiudeva al bruto re regnante
fu la Divina Famiglia di ritorno
alle mura paterne, alla sua gente.
A Nazareth di Galilea con i parenti
rimaneva Gesù fino ai trent'anni,
per essere battezzato tra le genti
incontravasi al Giordano con Giovanni.
Sconfiggeva Satana tra i monti;
poscia, in testa a moltitudine gaudente
cominciava gl'insegnamenti itineranti.
Or visitando questa or quella gente.
Seguito da Gerusalemme e da Giudea
sanava storpi, ciechi ed ammalati;
da riva al mar di Cafarnao in Galilea
tutti erano accolti, toccati, graziati.
Dai guarimenti dati al Suo passaggio
la Siria tutta n'ebbe conoscenza;
Ovunque dava del Padre il buon messaggio
mostrando la grandezza e la Sua scienza.

Moltiplicava i pesci e pure
il pane, le acque quietava, comandava
i venti, ai tormentati dava le Sue cure,
sui mari e sopra i laghi camminava.
Nemici farisei, scribi e sinedrio
da Giuda, Suo discepolo, tradito
ebbe Pilato giudice avversario
capo di crudel popolo inferocito.
Al posto di Barabba condannato
fu crocefisso in mezzo due ladroni;
Spirò, il cielo fu squarciato, fu boato,
tremò la terra, tremaro i sommi troni.
L'esanime Divin Corpo torturato,
avvolto nel lenzuolo di bianco lino
al suolo della tomba fu adagiato
d'uomo devoto, avverso di Caino.
Restava il Corpo esanime tre giorni,
indi in cielo accanto al Padreterno,
in terra, poscia, dai lochi Sempiterni
a recare agli Apostoli governo.
l'incredulo dei dodici Tommaso
le dita nelle piaghe mettere volle,
restò, ciò fatto, sgomento ma persuaso,
cadde in ginocchio nelle carni imbelle.
Ai Discepoli, Gesù, lascia la pace
indi s'invola al Divin Palagio
e, dal cospetto di Dio, dall'amor verace,
guida gli Apostoli al Divin Messaggio.

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