Scritta da: Andrea Bidin

Vivere l'assurdo

Quella che vi racconto oggi
è la storia di un semplice ragazzo
Giacomo è il suo nome
per tutti un ragazzo rivolto alla ribellione

Fin da ragazzino veniva adorato
perché alle regole ed all'ordine s'opponeva irato
e col volto rubicondo
difendeva ostinatamente il suo mondo

Non seguiva le lezioni
pareva aver solo cattive intenzioni
l'arte era l'unica materia in cui eccelleva
in cui dava tutto ciò che poteva

Alle feste non era uno dei tanti
creava sempre situazioni imbarazzanti
portava in dote nuovi divertimenti
che non venivano accolti perché considerati indecenti

i parenti lo criticavano
alle feste comandate non si presentava con vestiario pregiato
persino loro non lo tolleravano
ritenevano fosse un ragazzino turbato

Finita la scuola venne accolto in fabbrica
un luogo infernale in cui speri d'arrivar alla nottata
e non perché rappresentasse un dovere
ma a causa della necessaria spersonalizzazione individuale

e crebbe ancora, e trovò moglie
che le diede amore e ricevette menzogne
perché Giacomo sovente rifiutava
di comportasi da marito come lei desiderava

ma non era nel rispetto
che il suo comportamento si prestava al lamento
rifiutava di comportarsi secondo comandamento
non voleva diventare l'ennesimo marito fatto con lo stampo

Ed in chiesa non andava, la riteneva un'attività perditempo
e per questo motivo come ateo venne tacciato
nessuno si degnava di andargli incontro
a cercar di capire qual fosse il suo tormento

Le elezioni rifiutava
il voto politico profondamente odiava
la scelta obbligata non lo soddisfaceva
preferiva considerarsi intollerante a chi governava

Non seguiva la moda di qualunque tipo fosse
considerava il mal comune non un mezzo gaudio
per questo imbarazzava gli occhi della gente
quell'animo insolente ed anche un po' saccente

Delle idee comuni contestava il conformismo
amava maggiormente ogni personalismo
che sfociasse in egoismo o in altruismo
quel che contava era l'individualismo

Alla fin di questa storia
tutti voi vi domanderete
cosa diavolo sia quell'uomo
cosa gli passi nella mente

ed allor io mi congedo
ponendovi un quesito
è possibile considerar matto
un uomo che ha resistito

non alla fame
né alla guerra
semplicemente all'annichilimento
di ogni nostra esistenza?
Composta mercoledì 17 febbraio 2010

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