Poesie generazionali


Scritta da: Antonino Gatto
in Poesie (Poesie generazionali)

Quando tornerò

Quante volte ho alzato lo sguardo al cielo
E ho sognato un Dio
Al di là delle stelle.

Poi guardando in giù, sono cresciuto
Senza mai pensare al domani
Come se il domani non esistesse.

Ma guardando negli occhi di mio figlio
Ho sempre voltato lo sguardo al cielo
Ma nelle sue pupille, continuavo a vedere le stelle

Per questo oggi
Ogni mio capello bianco
Mi fa sperare un ritorno

Dove io chiamerò papà
L'uomo che oggi con gli occhi di un bimbo
Continua a chiamarmi nonno.
Composta domenica 3 dicembre 2023
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    Scritta da: ANTONIO PISTARA’
    in Poesie (Poesie generazionali)

    Ombre e Luci

    In una terra, intrisa di morte e odio
    scorgo la vita, in resti di civiltà perdute.
    Vedo sofferenza e la compassione confuse dell'ego
    in un circo mediatico dove circensi e spettatori si scambiano i ruoli.
    Ruoli sommessi, ruoli confusi
    alla guida di un mondo dove la luce cede il passo all'oscurità.
    Ombre e tenebre si aggirano tra le anime,
    alla ricerca di un posto dove albergare e scovare spiragli di luce:
    annichilendo, distorcendo e riducendo l'umanità
    ad un ultimo palpito della sua stessa sostanza.
    C'è ancora posto per la speranza?
    Sempre.
    Disillusa, intorpidita, confusa,
    ella resiste e combatte.
    Alla fine trionfa.
    E vince.
    Composta lunedì 29 maggio 2023
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      Scritta da: Joe Kowalski
      in Poesie (Poesie generazionali)

      Vicolo Rensi

      Hai passeggiato? Mi chiedo
      le volte/quasi un'abitudine
      ma non è /sarebbe
      altrimenti svanito
      quel senso di tremore
      ancora prima di svoltarè angolo
      e guardo in alto
      sentire oltre gli scuri spenti
      la luce
      indovinare la voce

      "aspetti la prima mossa"
      non la farò! Mai
      e una settimana s'accavalla
      cavalca sull'altra
      e mi ordino "perché?"
      La ragione il cuore
      parla. Una lingua povera
      fatta di profonde sensazioni.
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        Scritta da: Joe Kowalski
        in Poesie (Poesie generazionali)
        I paradisi incantati
        dove lella moriva
        fuggiva.
        Come fuggiasco il cane
        braccato.
        Ma fuggire dalle cime
        del verde nevoso. Dove
        scendevi a dirupo al
        mare a cantare.
        Le onde crostacee della
        notte.
        U fuggi l'urlo che
        provi. O fuggi la melodia
        che fu.
        Se sappi gelida da un amante
        l'amante ha tradito e sola
        all'orgoglio.
        Ma se fuggi
        la partitura che impressa
        nel fuoco
        non dipanarti in
        gelide acque d'amianto.
        Hai fuggito chi musicava le sirene tue note.
        O hai fuggito chi non ti intonava a piacere
        perché delusa/perché
        cementi l'ora che batte
        il tempo delle favole
        non puoi parlare di sconfitte...
        se sconfitto è l'orgoglio
        che ha ceduto il passo ad un solitario
        soliloquio d'amore.
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          Scritta da: Joe Kowalski
          in Poesie (Poesie generazionali)

          Saint-Michel ovvero poesia del Quartiere Latino

          Il passo mordace
          schivando le pozze
          la pioggia ridesta
          nel picchiare
          il moto traverso
          i pensieri aleggiano
          nella mente frastorna
          un'approdo è un interrogativo
          nella babele
          la realtà demoniaca si attesta
          s'afferma nel scompiglio
          di voci
          solo il profondo
          la sensazione immediata
          la mente malferma
          la balia degli eventi
          non più una struttura
          un punto d'aggancio
          solo il demone
          la vera sostanza
          trapassa nella reale
          bestiale dinoccolata
          aria notturna
          un tempio del Dio
          del Dio quello vero
          bistrot 27.
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            Scritta da: Joe Kowalski
            in Poesie (Poesie generazionali)

            L'ultima notte di Valpurga

            Il cane storpio vagava.
            Nel posto della birra.
            Alcolica. Sputava gli odori
            di piscio.
            Scioglievi il fuoco
            al camino grande oltre
            la volta
            degli oceani aerati.
            E l'aquilone volava
            immobile nella mente.
            Ho odiato sedurmi
            solo. Un avvoltoio rapace.
            Che imprigiona gli occhi.
            Fuggenti nelle mani
            grinze.
            Il nero manto.
            Di cervo morto.
            E la figura dell'uomo
            barbuto passava incessante.
            Procrastinando un
            mezzo litro di pizza.
            ^^^^^^^^^^^^^^^^^^^
            un filo spinato che avvolge
            la croce e tu nuda
            pozzanghera imbratti.
            La rosa di malta viva.
            Ma ora si posa.
            La bara volante e anziana al cuore
            lo anima all'idea dell'amore.
            Mai ho amato un cadavere esangue
            mai una bocca di
            rosa metallo
            mai fu deserto
            nel mare stellato.
            Mai un dì morire
            colto nel fiato.
            E dormire leggiadro nelle
            coltri di neve.
            E salire notturno nei battiti
            ciechi. Croci
            di un profondo
            tormento... lì lo sguardo (indifferente)
            bruciava i pezzi di
            nero di un carbone
            d'amico.
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              Scritta da: Joe Kowalski
              in Poesie (Poesie generazionali)

              Iene

              Orgiastiche note
              mi invitano a danze dissacranti
              un essere incorrotto avanza
              e offre il suo cuore in pasto
              ondulando i resti
              di un tutto
              da sognare ancora.
              Io scompiglio i tuoi giochi
              e ti bevo
              nei freddi languori autunnali
              negli assordanti silenzi invernali
              nell'illusoria speranza primaverile
              nell'assiepata gelida calura estiva.

              E ti bevo
              nelle emozioni delle ore siderali
              quando un gallo
              infuocato dal mandorlo in fiore
              urla la sua vendetta
              ... una dolce speranza mi annienta
              nel divenire violento del tempo
              bacerò le bende sugli occhi
              di un lazzaro sognante
              e stille di fuoco
              accenderanno i contornii
              di un'illusione senza fine.
              Composta lunedì 5 aprile 1982
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                Scritta da: Joe Kowalski
                in Poesie (Poesie generazionali)

                A te mia dolce sofferenza

                Se solo potessi bloccare
                il momento
                racchiuderlo in uno scrigno di velluto nero
                se solo potessi fermare
                il tempo
                come un calice di cristallo trasparente
                discendere in un vortice di vertigini
                di immagini di riflessi
                rispecchiati nei cristalli della cruda zuccherata
                sfumante realtà
                poi in un alone di violenza
                scagliare infrangersi su pietra dura
                e in mille pezzi spargersi
                se solo potessi cogliere
                le mille fratture
                rimettere in sesto
                ricreare la creazione
                ricomporre le mille parti
                dell'emozioni del tempo

                Chissà?
                Però il passare degli anni
                l'occhio attento di un vagabondo di strada
                forse... vedrà vedrà le mille
                avventure di un deserto incantato.
                Composta sabato 30 novembre 1974
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                  Scritta da: Joe Kowalski
                  in Poesie (Poesie generazionali)

                  Place Pigalle

                  Un viola sfrontato
                  le calze arrapanti
                  del piacere notturno
                  ad ogni angolo "invitano"
                  a desideri velati
                  tremante la bocca
                  nell'affrontare la parola
                  è un gioco veloce
                  appagare la tua sete
                  il desio non ha voce
                  un brivido scorre
                  a fior di pelle
                  una voglia affannosa
                  del profumo acre
                  di una donna di strada.
                  Composta domenica 30 novembre 1980
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