Scritta da: Simone Sabbatini

La canzone di un maratoneta

Piangi che lo ami ma non ti vuole più:
sta per i fatti suoi, sta con un'altra lei.
Da quando ti conosco ogni giorno t'abbellisce,
quell'ombra nei tuoi occhi sono io, che mi nascondo
per amarti nel silenzio, rispettandoti ammirarti.
Dire che ti amo è sublimare l'ovvietà.
Io geloso non lo sono di quel tipo, sai perché?
Perché è lui, e non è me. Perché non basta
il gusto, buono, che ci unisce nel poterti contemplare:
io rivali non li temo, li rispetto e un po' li stimo.
Può avere tutto, e forse tutto ha:
i sorrisi e le carezze di qualcuna, e le tue lacrime,
dolcissime... Può avere tutto e lui lo sa.
La vita è un divenire di scelte nuvolose:
tu scegli in ogni istante semplicemente amare,
mi dai l'attesa che mi lega e non costringe, la mia scelta,
l'amore d'ascoltarti con pazienza. E se il mio amore
per te è rincorrerti e non averti mai: ho gambe buone,
e fiato a volontà. Tu ami lui, tu non vuoi me.
Se adesso che sei sola venissi qui da me
- onirica certezza! – mi troveresti in maschera
vestito dei tuoi sogni, fantastico nessuno
di cui vivi il bisogno, il ripiego che cercavi, la bottiglia
perché non vuoi pensare, qualunque cosa, il tuo cretino
più felice. Ma non sarà, è un altro amore, un altro mondo.
È un altro mito. Non sarà vederti nuda, respirare i tuoi capelli,
non sarà riempire il tuo castello di gioielli, bere sudore
dalla fonte del tuo seno. Sarà diverso, per l'eterno suono
degli umori che da te mi scorreranno addosso. Ti sento
in ogni goccia di rugiada che mi bussa ogni mattina, in ogni gesto,
più del sole che seccato un po' ritarda. E non importa
doverlo superare, non c'è traguardo, solo amore.
Composta giovedì 20 luglio 2006

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