Sulla scena del...

Sono tutti lì
sul luogo dell'accaduto.
Uomini in divisa
tengono un po' a distanza la folla dei curiosi.
I cellulari in aria
sono al servizio dei cretini.
Girano intorno al corpo
con fare professionale
i poliziotti e il magistrato,
i vigili del fuoco.
Aspetta il furgone nero
solo un po' più distante.
È quello dei senza fretta,
quello dei morti male.
Quelli che vanno tutti sul tavolo di marmo
stesi ben fermi
per l'ultimo controllo,
giusto per confermare:
-il morto è morto,
è morto per davvero-.
Lo stato è lì presente
e potrà senza dubbio dire:
-c'ero,
c'era un mio funzionario. -
Ma tutti sanno che
è lì solo a certificare.
È certo che non c'era
al momento di impedire
che maturasse il gesto
la voglia di morire.
Come se gli fregasse qualche cosa
a chi è partito così male
ed a chi resta
di come è morto ed a che ora,
di chi sta lì a certificare.
Quello che a tutti importa
è quel "perché",
per maledire non qualcuno a caso
ma chi c'è da maledire.
E come sempre accade
in questo strano mondo
tutto viene archiviato
con un referto ed un verbale,
lavoro da sbrogliare.
Finisce in burocrazia
l'ennesimo suicidio
magari liquidato
come gesto insano,
un gesto sciagurato.
Ma noi sappiamo
che il gesto è provocato.
Composta venerdì 2 agosto 2013

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