Scritta da: Andrea De Candia
Dove arriva il mio urlo di silenzio?
Una catena di vuoto infinito,
un cadere pesante illimitato
ai piedi fissi del piombo del buio,
ecco, non so più piangere la luce,
le stelle sono la mia nostalgia,
la luna, un preavviso di cadavere.
Ma la sete mi allaccia alla salvezza:
bevo allo stagno della mia preghiera,
e tutti i fiori e i ciuffi d'erba attorno
sono sussurri materializzati,
e quando finalmente mi rialzo
dalla pausa della contemplazione
ritorna al labbro un gusto d'amarezza.
Ciondolo sulla strada dell'insonnia,
porto le mani al volto disperato,
nessuno c'era e nessuno c'è ancora.
Eppure so che mi potrei donare.

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