Scritta da: Lucio Dusso
Cum subit illius tristissima noctis imago,
Quae mihi supremum tempus in Urbe fruit;
Cum repecto noctem, qua tot mihi cara reliqui;
Labitur ex oculis nunc quoque gutta meis.
Iamque quiscebant voces hominunque canumque;
Lunaque nocturnos alta regebat equos.
Hanc ego suspiciens, et ab hac Capitolia cernens.
Quae nostro frustra iuncta fuere Lari.

Quando risorge in me la tristissima immagine di quella notte
che fu l'ultima ora a me concessa in Roma,
quando rivivo la notte in cui lasciai tante cose care,
qualche lacrima ancora mi scorre dagli occhi.
E già le voci degli uomini e dei cani tacevano;
e la luna alta nel cielo reggeva i cavalli notturni.
Io la guardavo lassù, e poi guardavo i templi capitolini, che inutilmente furono vicini al nostro Lare.

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    Scritta da: Lucio Dusso
    Riferimento:
    Citazione di Goethe ne il "Viaggio in Italia"

    Commenti


    8
    postato da , il
    Questo era un compito in classe 62 anni fa !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
    7
    postato da , il
    e una poesia senza dubbi fantastica ma esprime anche un po di malinconia sentita dal poeta.
    ovidio insieme a sallustio, catullo, e orazio e uno dei piu grandi poeti della letteratura latina...
    6
    postato da , il
    Labitur ex oculis nunc quoque gutta meis.
    Iamque quiscebant voces hominunque canumque;

    labitur ex oculis nunc quoque gutta meis.
    iam prope lux aderat, qua me discedere Caesar
         finibus extremae iusserat Ausoniae.
    5
    postato da , il
    Bellissimi versi che ho letto sopra quranta anni fa cuando studiavo latino(Ovidio) nell meo paese: L'Equatore.
    Non penso di dimenticargli mai perche' sono profondamente belli.

    Grazie
    4
    postato da , il
    This poem by Ovidio reminds me  my youth...
    It's great, it's fascinating,it's moving!...

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