Scritta da: Andrea De Candia
E questo pianto che non sento più
al funerale della solitudine,
posto nolente all'altare del letto,
io sono il corpo puro delle ossa,
la carne mi si è rivelata bara.

È il pianto rumoroso del russare:
cade pesantemente al suolo d'aria!

È lo scoprirsi, le narici, gli occhi,
occhi che non possiedono pupille,
occhi accecati di profondità,
in cui tutte le lacrime ritrovano
il punto per uscire finalmente!

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