Scritta da: Silvana Stremiz
Dico ogni giorno
"Se fossi una Regina, domani" -
Farei in questo modo -
E così mi adorno, un po',
Se mi accadesse, di svegliarmi Borbone,
Nessuno a me, si rivolgerà altezzoso -
Con un "È costei -
Che elemosinava al Mercato -
Ieri".

La Corte è un luogo solenne -
Ho sentito dire -
Così allaccio il mio grembiule, in previsione della Maestà
Con splendenti Spilli di Ranuncolo -
Perché non troppo semplice -
Il Rango - mi sorprenda -

E appoggio la mia Lingua
Su Ramoscelli di canto - alquanto in alto -
Solo questo, potrebbe essere il mio breve Periodo
Per rendermi degna -

Elimino dal mio semplice linguaggio ogni parola comune -
Prendo altri accenti, così come li ho uditi
Benché se non fosse per il Grillo - a malapena,
E se non fosse per l'Ape -
Nessuno in tutto il Prato -
S'accosterebbe a me -

Meglio essere pronta -
Piuttosto che il prossimo mattino
Ritrovarmi in Aragona -
Con la mia vecchia Gonna - addosso -

E l'Aria stupita
Che i campagnoli - mostrano -
Convocati - inaspettatamente -
A Exeter.

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