Scritta da: Mariella Buscemi
Tuareg nel Sahara.
Lo scatto dell'antilope trafitta dalla lancia nello scenario di caccia.
Libere anime prigioniere della schiavitù eterna.
Riti ed arti.
Danze tribali tra il piumaggio purpureo che ruba ai tramonti del Suez.
TAM - TAM
Lucertole camaleontiche.
Miniera di diamanti.
Il bambino stretto ai seni cadenti, pesanti di latte,
avvolto, legato dai drappi etnici come in utero
a condividere cibo, sonno e vita.
Il gusto della papaia.
I bambini africani, da piccoli, non piangono molto, piangono di più da grandi per le file lunghe con le scodelle di riso in mano che gonfiano lo stomaco smisuratamente, correre a piedi nudi tra le sterpaglie che pungono, ma hanno meno ferite. Le mosche, irriverenti, si posano sulla pelle.
Ricca povertà.
TAM - TAM
Giocano con la natura e quando sorridono, il bianco dei loro denti fa contrasto e si vede di più.
Stracci, corde e sassi tra le loro mani.
Pelle nera di un dio scuro; ad immagine e somiglianza.
Bambini strappati al gioco, bambini soldato, reclutati, prigionieri.
Milizia in fasce senza fasce per le ferite.
Bambini adulti, a mietere nei campi per rifocillare gli immensi granai.
Bambini pescatori, per mangiare e far mangiare.
Vecchio sciamano guaritore che fa tremare i palmi contro la pelle sottile dei tamburi nei ritmi notturni attorno agli antichi fuochi, raccontami le tue favole Yoruba.
TAM - TAM
Ipnotismo di intere tribù.
Villaggi come santuari.
Culto della Madre Terra.
Corno d'Africa civile che si attacca al mondo incivile.
Ascolto le leggende dei Griot al suono dell'oboe.

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