Scritta da: Silvana Stremiz
Luci, ombre,
una strada...
macchine che sfrecciano
nella mia direzione
e poi scompaiono.
Il mio passo...
lento
forse stanco.

Signorina mi chiamano
e rabbia come fari
mi acceca.

È notte nella mia strada
mi guardo
con uno sguardo non mio
dall'esterno
a ricercare traiettorie
del futuro,
del prossimo passo.

Mi guardo come farebbe
il mio angelo
e vedo
quella strada
bagnata dalla pioggia
il cappuccio
stretto sulle guance
rosse dal freddo

macchine

spruzzi

passo lento

e poi...

il mio corpo
a terra obliquo.

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