Poesie di Violetta Serreli

Conduttrice, nato mercoledì 20 settembre 1978 a Cagliari (Italia)
Questo autore lo trovi anche in Frasi & Aforismi, in Umorismo, in Racconti, in Frasi per ogni occasione e in Diario.

Scritta da: Violetta Serreli
Ogni tanto appari
tra pensieri che alternano rinascite confuse ad arrendevoli silenzi.
Appari e travolgi
come sempre. Stravolgi. Ogni cosa.
Bussi su sensi di colpa sopiti,
accarezzati da una coscienza che persuade.
Entri in punta di piedi su animi solitari
calpestando sentimenti e maciullando ricordi.
Ogni tanto appari.
Con quel sorriso irriverente
a prenderti gioco di chi ti vuole bene.
Piangi sofferenze che non conosci,
lacrimi dolori che non sono i tuoi,
vivi attenzioni che non ti appartengono
in cambio dell'illusione di essere amato.
Ogni tanto appari
indelicato e presuntuoso.
Sbruffone, deridi il buono e lodi il marcio.
Ogni tanto appari.
Sempre a sproposito.
Elemosinando momenti che non sai spendere.
Elemosinando amore che non sai dare.
Ogni tanto appari, uomo mancato.
A creare rimorsi in chi hai annientato.
Come sempre. Stravolgi. Ogni cosa.
Violetta Serreli
Composta martedì 26 agosto 2014
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    Scritta da: Violetta Serreli
    Ci sono luoghi in cui l'abitudine è un piacevole ritorno dello spirito.
    Luoghi che abbandoni, senza lasciarli mai.
    Luoghi in cui hai vissuto, fugacemente, alcuni istanti della tua vita.
    L'abitudine non si domina, neppure quando annienta l'istinto di un respiro.
    E di colpo ti manca uno sguardo, una risata,
    o semplicemente il rumore dell'acqua.
    Vento timido e a volte violento, che scuote il sonno della solitudine.
    Tra le nuvole delicate, un raggio di sole indica il tuo orizzonte.
    L'orizzonte di un abbraccio,
    lì dove hai dimenticato cosa vuol dire abitudine.
    Violetta Serreli
    Composta martedì 5 agosto 2014
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      Scritta da: Violetta Serreli

      Lo specchio

      So già come ti muovi, come mi muovi.
      So come vuoi che io sia, al tuo servizio.
      So che sembrerebbe una mia volontà.
      Hai un piano perfetto, da quel maledetto giorno
      in cui ho pronunciato quelle parole.
      Sai tutto di me, anche quello che ancora non conosco.
      Ti servi di occhi innocenti per tirarmi giù in un baratro
      da cui a fatica mi sono risollevata.
      Non avrai i miei desideri.
      Non voglio abbia le mie gioie.
      Non voglio che tu ti serva dei miei sorrisi.
      Voglio uno specchio
      che non renda opaco il mio sguardo al mattino.
      Usi il mio passato per condurmi in strade che conosco bene.
      Poco faticose e di effimere soddisfazioni.
      So che tenterai ancora
      di farmi cadere.
      Forse inciamperò.
      Ma fino ad allora, rimani per me
      lo sporco diavolo che sei.
      Violetta Serreli
      Composta giovedì 24 luglio 2014
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        Scritta da: Violetta Serreli

        Fiuto

        Io fiuto, come respiro.
        Sospiro. Elevazione... elezione.
        Rifiuto la normalità imposta, e osservo.

        Con occhio stralunato deformo la realtà.
        Ridicola, la spio mentre la dissacro.
        Senza pietà, come Meliès la acceco.

        Le mie sono visioni di un risveglio,
        come incubi infantili che si intromettono
        tra miti che non ho scelto, tra simboli che non ho disegnato.

        Io, che fiuto ciò per cui ho rifiuto,
        deformo icone che non venero.

        Esalto l'intuizione. Sono l'intruso
        in un ammasso di uguaglianza.

        Scopro le carte che mi nascondi,
        e stralunato
        osservo ciò che fiuto.
        Violetta Serreli
        Composta domenica 7 aprile 2013
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          Scritta da: Violetta Serreli

          Illusioni mai vissute

          Certa gente è vecchia dentro.
          Anche a vent'anni vive di cuori senza battiti.
          Cuori vecchi, marci, ammuffiti.
          Con l'odore acre e vomitevole di un rassicurante
          e polveroso soprammobile.
          Per questa gente,
          i giovani
          sono bestie da sterminare,
          perché fanno crepare
          le mura di illusioni
          mai vissute.
          Violetta Serreli
          Composta mercoledì 13 giugno 2012
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            Scritta da: Violetta Serreli

            L'uomo che non ho conosciuto

            Gli occhi brillavano ma non diceva perché.
            Lui non parlava.
            Sorrideva, sorrideva sempre.

            Con l'ingenuità che ha un bambino quando scopre il mondo
            si avvicinava buffo, teneramente, a chi curioso lo osservava.
            Li sgranava, quegli occhi che brillavano.

            Sorrideva... e fischiettava come non avesse mai pensieri.
            Era misterioso, il suo silenzio.

            Solo, nel suo mondo. Un sogno fatto a metà col cielo.
            È andato via. Sorridendo, come sempre.

            Con l'ingenuità di un uomo che non sa che la vita finisce,
            mi ha lasciato solo una musica e un sorriso.
            Nell'illusione che ogni mio domani
            possa essere un giorno il nostro domani.
            Violetta Serreli
            Composta giovedì 24 maggio 2012
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              Scritta da: Violetta Serreli

              La porta socchiusa

              Niente che tu già non conosca ti attende.
              Niente che non sia stato nei tuoi incubi, a farti respirare l'orrore delle paure più recondite.
              Dietro quella porta, nella stanza oscura della tua mente, c'è tutto ciò che ami e che, nel profondo, odi.
              Acre odore di parole dimenticate, che scorrono davanti ai tuoi occhi, ormai mute.
              Sorrette da una polvere che ti deride.
              È la stanza della tua infanzia, la stessa dove hai odiato la tua famiglia, dopo averla più volte amata senza capire chi fosse.

              È la stanza dove hai voluto morire, più e più volte, per nascondere le tue verità.
              La stessa in cui ha gioito, e le hai volute gridare.

              C'era una porta anche lì, in quella stanza lontana, dove desideri e promesse hanno sfidato i ricordi.

              I ricordi lottano contro la verità, come il Male lotta contro il Bene.

              Il pallore del tuo volto scurisce quando le mani sul collo soffocano il tuo pianto.
              Fermale quelle lacrime, fermale. Prima che lavino tutto quel candore.
              Non c'è niente da temere, oltre la morte.
              Niente che tu non abbia già vissuto.

              Ti porto con me, nel mio solitario viaggio.

              Nulla sarà diverso da come è stato, nulla sarà come si è trasformato.

              Lì con me,
              non ci saranno silenzi,
              non ci saranno occhi,
              non ci saranno sogni da infrangere.

              Con me ci sarà luce.

              E un fresco cuscino di viole
              ad accogliere il mio sonno.
              Violetta Serreli
              Composta domenica 20 maggio 2012
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