Chi siamo

Seme del cielo
ci culliamo in terra sconoscenti.
Perle del tempio allor,
ora tarli del bello.
Sterpi sballottati al vento,
siamo fabbri del fango,
e quel ch'è brutto,
schiavi di questo e del suo frutto.
Pulci nemiche del leone,
caparbi.
Rigettiam le messi perché buone
confusi e sbalorditi,
scrutiamo il sole inebetiti
e non preghiamo.
Infaticabili talpe,
al buio lavoriamo per nulla
e la meta sviamo.
Ciechi.
Siamo tomba di pensiero inerte,
superbi.
Ugo Mastrogiovanni
Composta lunedì 10 marzo 1958
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    Il cellulare

    Il tempo scorreva in compagnia
    si discuteva insieme in allegria;
    senza vociare, senza disturbare;
    se aprivi bocca senza alzare il dito
    prima che altri avessero finito
    musi lunghi e disapprovazione.
    Oggi è diverso, non c'è discrezione:
    se il cellulare trilla bisogna replicare.
    Che importa se siamo tra la gente,
    in chiesa, dal medico o in corsia,
    si risponde, la cosa è indifferente!
    È fuori luogo da noi il Della Casa
    il suo ranco e la vita era invasa
    da damigelle, blasoni, da patrizi,
    che eccellevano spesso per i vizi.
    Con i moderni non corre paragone
    non serve al progresso educazione.
    Ugo Mastrogiovanni
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      Il mare e la sposa

      Oggi è in posa il mare,
      si fa fotografare con la sposa
      venuta ad eternare
      la promessa d'un eterno amore.
      Arabeschi disegna con la spuma
      avanza, indietreggia,
      festoso sulla riva ondeggia,
      poi si riposa.
      Vola via così questo momento,
      il mare continua il suo cammino
      appena il tempo per un giuramento
      e da domani l'onda del destino.
      Ugo Mastrogiovanni
      Composta mercoledì 13 giugno 2012
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        Sua eminenza

        L'eloquio di sua conferenza
        lo fa apostolo di beneficenza,
        se in piazza è di scarsa presenza
        col palazzo ha più confidenza;
        è lì che prega la nostra eminenza
        è lì che s'apre, dona e dispensa.
        Della vita ha poca esperienza,
        con l'Eterno ha più confidenza.
        Non ha pratica di sofferenza
        vorrebbe, ma non sa d'indigenza.
        Più propenso a far penitenza,
        poco conta per lui l'esistenza,
        prostrato, con fede e coscienza
        affida il mondo a la provvidenza.
        Frattanto che prega nell'opulenza
        e gli s'accresce la circonferenza
        la gente muore di contingenza.
        Fame e sete non sono apparenza,
        miseria e stenti non hanno pazienza;
        non scordi l'opre di sua pertinenza,
        si guardi il culo mia cara eminenza.
        Ugo Mastrogiovanni
        Composta lunedì 6 agosto 2012
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          Il tessuto dell’amore

          È tela preziosa per quadri d'autore,
          per le Madonne di Raffaello,
          cromatismi di Tiziano l'amore.
          Pettinato tessuto di lana, tepore d'agnello,
          morbido cachemire, soffice angora.
          Zephir di seta, l'amore,
          chiffon, tessuto avvolgente, satin di valore,
          privato indumento eccitante.
          Antico tessuto di lino, fresca radice del tempo,
          durevole, puro, elegante.
          Di cotone lindo tessuto, ovatta fasciante bambino,
          morbido, tenero, assorbente.
          Piacevole e freddo l'amore, come la canapa e la juta,
          tessuti primitivi sempre vivi.
          Stoffa di sogni, l'amore, ordito perenne, sopraffino,
          sommario di dolci parole, rete d'emozioni,
          parato a liste d'oro fino.
          Annuario di trame e passioni.
          Drappeggio di stelle e di sole, decori su panno "ti amo",
          Tela pregiata l'amore, da onorare, da non maltrattare,
          da non tendere troppo,
          per non ricucire, per non riparare,
          ne otterreste un goffo rattoppo.
          Ugo Mastrogiovanni
          Composta giovedì 30 giugno 2011
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            Il paesaggio

            Come compiaciuta,
            esibiva solo un assaggio
            di quel paesaggio incantato
            la vista d'acque,
            tutt'intenta a rispecchiare azzurro
            il massiccio decorato a panna,
            a guisa di gelato rossiccio.
            Gelosa, offriva un'esile spanna
            della distesa d'agri coltivati a rose,
            vanitosa come giovane donna,
            difesa da colline e poggi custodiva.
            E mille cose borbottava al fiume
            il torrentello fiero di finire in mare.
            Insolita atmosfera:
            lontane debolezze amorose,
            ricordi d'occasioni antiche,
            canti e luci gitane ridestava in cuore
            di navigati rimpianti e nostalgie
            l'intenso profumo ventilava.
            Così finiva il giorno sotto il monte
            oltre i roveti decorati a more
            e l'ondeggiante argento dei canneti
            consumando l'io nell'orizzonte.
            Ugo Mastrogiovanni
            Composta sabato 30 giugno 2012
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              L'Avvento

              Troppo lontano,
              il passato avvenuto cancelliamo;
              al futuro ancor distante non pensiamo,
              lo scordiamo e non lo prepariamo.
              Ma il Natale ogn'anno ci ricorda
              che i millenni non sono che un istante.
              Che quel dì non ci rimorda
              d'aver capito male il suo "vegliate".
              Vuote le mense o apparecchiate,
              sarà un mese soltanto o sarà un'ora,
              quel giorno arriverà come quest'oggi,
              senza avvertire per mutar dimora.
              Sicché sarebbe meglio illuminare,
              senza abusar in fasti ed altri sfoggi,
              l'anima nostra, e non le piazze e vie,
              onde pentita faccia bella mostra
              ove l'ieri, l'adesso e l'avvenire
              nel meglio stia per esordire.
              Ugo Mastrogiovanni
              Composta martedì 15 dicembre 1012
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                Io poeta

                Io sono un poeta pescatore,
                pesco dalla terra e dalle stelle,
                ascolto i consigli del mio cuore
                e cerco di cantare cose belle.
                Senza pretese, senza aspirazioni,
                sentendo l'esigenza di parlare.
                Molti pensieri, tante riflessioni
                corro con penna a riportare.
                Inseguo uno scopo ballerino,
                scrivo queste cose per diletto
                a tutti voi lontani o qui vicino
                non imporrò mai di esser letto.
                Vedrete che non sono speciale:
                di misteri esorcista o campione,
                virtuoso del verso ufficiale,
                più che cantore, forse pasticcione.
                Se mi gradite così io vi ringrazio,
                se mi biasimerete ugualmente
                serberò per voi lo stesso spazio
                assegnato agli eletti nella mente.
                Ugo Mastrogiovanni
                Composta mercoledì 15 giugno 2005
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