Poesie di Roberto Forloc

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Scritta da: Forloc

Amara

Ti ho vista passare per strada,
eri distratta dal sole e vento
che dentro ai capelli esprimeva parole disperse
nel tempo socchiuso di un riso o lamento.

Ti ho vista scendere le scale di fretta e senza neanche salutare,
dove andavi tra il dire e il fare?

Ecco tra tu e il ragù non accade di sentirsi più.
Niente di nuovo sotto le parole.
Mentre i pensieri si fanno spenti e vacui,
parole mute, nudi accenti.

È forse sbagliato andare via lasciando
In mano un velo di malinconia.
Roberto Forloc
Composta mercoledì 4 marzo 2015
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    Scritta da: Forloc

    Estremi si sciolgono

    Mi vesto di te
    sol questo oso fare
    portarti con me non posso.
    E vento di maestrale
    sa spaccarmi le ossa
    in questo cielo
    mentre sento il tuo silenzio
    attraversarmi dentro.

    Forse è malinconia
    un ricordo appena stracciato
    una strada col tuo nome
    e questo buio non mi appartiene.
    Roberto Forloc
    Composta giovedì 26 febbraio 2015
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      Scritta da: Forloc

      In me

      La vita mi appartiene
      e ne faccio parte, senza arte, né parte
      nei mie tanti perché, nei sé e ma
      lo so non è una novità
      tra fiumi e cascate
      di vanità e ovvietà
      serbo nell'animo
      una sola certezza
      tra un graffio e una carezza
      sento il soffio della vita
      scorrere in me.
      Roberto Forloc
      Composta giovedì 26 febbraio 2015
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        Scritta da: Forloc

        Venni consumato

        Tra una crisi
        una fleboclisi
        una glicemia
        sogno campi elisi
        dove scorazzar felice
        e prender l'aria tra le mie
        mani
        plasmarla di accenti
        farne forme e canti
        all'imbrunir del giorno
        accanto a te
        perché di te ho bisogno
        insaziabile tempo
        che lentamente mi prendi
        e mi consumi.
        Roberto Forloc
        Composta mercoledì 25 febbraio 2015
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          Scritta da: Forloc

          Su di me

          D'attese, non fu mai estate
          e il seme non ruppe
          il gelo della terra

          nasce il sole, ogni mattina
          e non sa se morte o vita
          l'aspetta fino a sera

          corre il fanciullo a primavera
          corre il vento e l'onda stanca

          vivendo
          imparo, la morte.
          Potendo
          protendo
          il tempo su me.
          Roberto Forloc
          Composta mercoledì 25 febbraio 2015
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