Poesie di Mario Melotti

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Scritta da: SergioGlauco

Il castello

Diroccato, muschioso, barocco
il castello medioevale
attende con ansia
la nostra presenza.
Noi lo raggiungiamo a cavallo
traversiamo il ponte levatoio
entriamo avvolti
da fluida trepidazione.

Le sale sono ancora intatte
odorose di ferro e d'oro.
Qualche fiorellino
è spuntato sui cornicioni delle finestre.
I letti maestosi
e riccamente bordati
incutono una sottile soggezione.
Ai lati delle pareti
superbe, impettite, austere
stanno le armature
degli antichi eroi.
Tutto è ordinato
tutto è squadrato
solo briciole di polvere e muffa.

Il gigante si è svegliato
dopo un lunghissimo sonno.
Ha i capelli bianchi
la barba incolta
la pelle ruvida.
Ma la sua antica possanza
non si è dileguata.
Versa gocce
del tuo afrodisiaco profumo
adorabile fanciulla
affinché il vetusto odore
dilegui nella salsedine marina.
Mario Melotti
Composta lunedì 14 maggio 1984
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    Scritta da: SergioGlauco

    La mia droga si chiama Barby

    La mia droga si chiama Barby.
    Ha il colore biondo, come il tabacco
    delle piantagioni della Martinica.
    Il sapore dolce, come i sigari dell'Avana
    la pelle vellutata, come le foglie dei campi
    (di tabacco) delle Antille.
    Ho provato a fumarle tutte.
    Ma la mia droga è quella
    e quella rimarrà
    come il mio cuore, i miei occhi, la mia bocca.
    Ogni cosa al suo posto
    come i lati nel quadrato
    come i raggi nel cerchio.
    La mia droga si chiama Barby
    e di lei fumerò sino alla nausea.
    Mario Melotti
    Composta venerdì 14 maggio 1976
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      Scritta da: SergioGlauco

      Come le foglie

      Come le foglie mosse dal vento
      s'agitano i miei capelli.
      I fili neri corvini s'intrecciano
      con quelli bianchi castani.
      Come foglie staccate dai rami
      scendono le mie lacrime, sull'umido selciato:
      il tintinnio è greve solenne.
      Come foglie accumulate
      nei cesti dagli spazzini
      sgranocchiano baci le coppiette, intime e sommesse.
      I baci che io non ho
      e che io vorrei, come le foglie.
      Mario Melotti
      Composta lunedì 14 maggio 1984
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        Scritta da: SergioGlauco

        Melodia

        Sei fresca
        come il mattino rosato di primavera
        inumidito dalle gocce di rugiada.
        Sei spontanea
        come i fiorellini multicolori della campagna
        accesa dal sole caldo di giugno.
        Sei frizzante
        come l'acqua salata eppur tonificante
        di quel mare violetto in ottobre.
        Sei naturale
        come la luna nelle notti derene e stellate
        regina del cielo.
        Queste son le prime note
        di una melodia dolcissima
        che risuona alle mie orecchie.
        Una melodia che arricchirò
        nel lento evolversi del tempo,
        scrutando ora il tuo viso
        più segnato ma luminoso
        ora il tuo corpo
        più rotondo eppur maturo,
        mentre i minuti rintoccano veloci
        nell'orologio della vita.
        Mario Melotti
        Composta mercoledì 14 gennaio 1998
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          Scritta da: SergioGlauco

          Introspezione

          Quando il cielo si chiude
          e l'aria si fa pesante
          allora riposa il mio cuore,
          le mie vene
          rallentano i loro battiti
          ed il sangue scorre in esse
          lento e fluido.
          E quando il primo fulmine
          squarcia l'erba umida della campagna
          dorme il mio io
          libero da pensieri e timori.
          E cerca l'antro oscuro
          della meditazione.
          E scende
          scende fino in fondo.
          Mario Melotti
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            Scritta da: SergioGlauco

            Notte

            Il vento impetuoso del Maestrale
            che fa tremare le finestre
            i cani che abbaiano
            per chiamarsi in lontananza
            i gatti che miagolano
            nel loro contorto accoppiarsi.
            Mi alzo dal letto
            ed accendo la stufa.
            Apro la finestra
            e mi affaccio ad ammirare
            le miriadi di stelle
            che popolano il cielo.
            Cerco il carro dell'orsa maggiore.
            Accendo una sigaretta
            e rimango assorto.
            Ascolto lo stridere
            delle gomme di un auto
            che fa la gimkana
            per le vie della città.
            Poi, quando tutto
            pare ritornare tranquillo
            chiudo la finestra
            e spengo la stufa.
            Rientro nelle lenzuola ghiacciate.
            Guardo le lancette fosforescenti della sveglia:
            le tre del mattino.
            Penso al gallo
            che fra poco canterà
            a voce spiegata.
            Chiudo gli occhi
            e mi addormento.
            Mario Melotti
            Composta domenica 14 maggio 1989
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              Scritta da: SergioGlauco

              Vorrei

              Vorrei essere un poeta
              per comporre le più dolci
              poesie d'amore.
              Vorrei essere uno scrittore
              oer raccontare le più drammatiche
              storie d'amore.
              Vorrei essere un musicista
              per intonare le più soavi
              melodie d'amore.
              Vorrei, vorrei.
              Quante cose vorrei essere
              per attirare su di me
              tutto il tuo amore.
              Ma la cruda e spietata
              realtà mi immiserisce
              ed annienta.
              Ed io ti amo
              ti amo, ti amo!
              Mario Melotti
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