Poesie di Lord Byron (George Gordon Noel Byron)

Poeta e politico, nato martedì 22 gennaio 1788 a Londra (Regno Unito), morto lunedì 19 aprile 1824 a Messolonghi (Grecia)
Questo autore lo trovi anche in Frasi & Aforismi e in Umorismo.

Scritta da: Gabriella Stigliano

Vi è un piacere nei boschi inesplorati

Vi è un piacere nei boschi inesplorati
e un'estasi nelle spiagge deserte,
vi è una compagnia che nessuno può turbare
presso il mare profondo,
e una musica nel suo ruggito;
non amo meno l'uomo ma di più la natura
dopo questi colloqui dove fuggo
da quel che sono o prima sono stato
per confondermi con l'universo e lì sentire
ciò che mai posso esprimere
né del tutto celare.
Lord Byron (George Gordon Noel Byron)
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    Scritta da: Gabriella Stigliano

    E l'ora in cui s'ode tra i rami

    È l'ora in cui s'ode tra i rami
    la nota acuta dell'usignolo;
    è l'ora in cui i voti degli amanti
    sembrano dolci in ogni parola sussurrata
    e i venti miti e le acque vicine
    sono musica all'orecchio solitario.
    Lieve rugiada ha bagnato ogni fiore
    e in cielo sono spuntate le stelle
    e c'è sull'onda un azzurro più profondo
    e nei cieli quella tenebra chiara,
    dolcemente oscura e oscuramente pura,
    che segue al declino del giorno mentre
    sotto la luna il crepuscolo si perde.
    Lord Byron (George Gordon Noel Byron)
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      Scritta da: Gabriella Stigliano

      Passa radiosa, come la notte tersa

      Passa radiosa, come la notte tersa
      dai cieli stellati;
      il meglio del buio e del fulgore
      si incontra nei suoi occhi
      addolciti a quella tenera luce
      che il cielo nega allo sforzo del giorno.
      Un'ombra in più, un raggio in meno, avrebbero
      in parte guastato la grazia senza nome
      che si posa sui capelli neri
      o illumina il volto con dolcezza,
      dove pensieri limpidi
      svelano pura e preziosa dimora.
      Su quella guancia, sopra quella fronte serena
      sorrisi e colori parlano di pacifici giorni,
      di un intelletto in armonia con tutto,
      di un cuore che ama innocente.
      Lord Byron (George Gordon Noel Byron)
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        Scritta da: Mattia Del Missier

        Strofe per musica

        Dicono che la Speranza sia felicità,
        ma il vero Amore deve amare il passato,
        e il Ricordo risveglia i pensieri felici che primi sorgono e ultimi svaniscono.

        E tutto ciò che il Ricordo ama di più un tempo fu Speranza solamente;
        e quel che amò e perse la Speranza
        oramai è circonfuso nel Ricordo.

        È triste! È tutto un'illusione:
        il futuro ci inganna da lontano,
        non siamo più quel che ricordiamo,
        né osiamo pensare a ciò che siamo.
        Lord Byron (George Gordon Noel Byron)
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          Scritta da: Anna Pacelli

          She walks in beauty

          She walks in beauty, like the night
          Of cloudless climes and starry skies;
          And all that's best of dark and bright
          Meet in her aspect and her eyes:
          Thus mellow'd to that tender light
          Which heaven to gaudy day denies.
          One shade the more, one ray the less,
          Had half impair'd the nameless grace
          Which waves in every raven tress,
          Or softly lightens o'er her face;
          Where thoughts serenely sweet express
          How pure, how dear their dwelling-place.

          And on that cheek, and o'er that brow,
          So soft, so calm, yet eloquent,
          The smiles that win, the tints that glow,
          But tell of days in goodness spent,
          A mind at peace with all below,
          A heart whose love is innocent!
          Lord Byron (George Gordon Noel Byron)
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            Scritta da: Elisa Iacobellis
            Ondeggia, Oceano nella tua cupa
            e azzurra immensità.
            A migliaia le navi ti percorrono invano;
            L'uomo traccia sulla terra i confini,
            apportatori di sventure,
            Ma il suo potere ha termine sulle coste,
            Sulla distesa marina
            I naufragi sono tutti opera tua,
            è l'uomo da te vinto,
            Simile ad una goccia di pioggia,
            S'inabissa con un gorgoglio lamentoso,
            Senza tomba, senza bara,
            senza rintocco funebre, ignoto.
            Sui tuoi lidi sorsero imperi,
            contesi da tutti a te solo indifferenti
            Che cosa resta di Assiria, Grecia, Roma,
            Cartagine?
            Bagnavi le loro terre quando erano libere
            e potenti.
            Poi vennero parecchi tiranni stranieri,
            La loro rovina ridusse i regni in deserti;
            Non così avvenne, per te, immortale e
            mutevole solo nel gioco selvaggio delle onde;
            Il tempo non lascia traccia
            sulla tua fronte azzurra.
            Come ti ha visto l'alba della Creazione,
            così continui a essere mosso dal vento.
            E io ti ho amato, Oceano,
            e la gioia dei miei svaghi giovanili,
            era di farmi trasportare dalle onde
            come la tua schiuma;
            fin da ragazzo mi sbizzarrivo con i tuoi flutti,
            una vera delizia per me.
            E se il mare freddo faceva paura agli altri,
            a me dava gioia,
            Perché ero come un figlio suo,
            E mi fidavo delle sue onde, lontane e vicine,
            E giuravo sul suo nome, come ora...
            Lord Byron (George Gordon Noel Byron)
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