Le migliori poesie di Johann Wolfgang von Goethe

Poeta, scrittore e drammaturgo, nato giovedì 28 agosto 1749 a Francoforte sul Meno (Germania), morto giovedì 22 marzo 1832 a Weimar (Germania)
Questo autore lo trovi anche in Frasi & Aforismi, in Umorismo e in Racconti.

Scritta da: Silvana Stremiz

Cupido, loser, eigenwilliger Knabe!

Cupido, loser, eigenwilliger Knabe!
Du batst mich um Quartier auf einige Stunden.
Wie viele Tag'und Nächte bist du geblieben!
Und bist nun herrisch und Meister im Hause geworden!
Von meinem breiten Lager bin ich vertrieben;
Nun sitz ich an der Erde, Nächte gequälet;
Dein Mutwill schüret Flamm auf Flamme des Herdes,
Verbrennet den Vorrat des Winters
und senget mich Armen.
Du hast mir mein Geräte verstellt und verschoben;
Ich such und bin wie blind und irre geworden.
Du lärmst so ungeschickt; ich fürchte das Seelchen
Entflieht, um dir zu entfliehn, und räumet die Hütte.
Cupido, monello testardo!
Cupido, monello testardo!
M'hai chiesto un riparo per poche ore,
e quanti giorni e notti sei rimasto!
Adesso il padrone in casa mia sei tu!
Sono scacciato dal mio ampio letto;
sto per terra, e di notte mi tormento;
il tuo capriccio attizza fiamma su fiamma nel fuoco,
brucia le scorte d'inverno
e arde me misero.
Hai spostato e scompigliato gli oggetti miei,
io cerco, e sono come cieco e smarrito.
Strepiti senza ritegno, e io temo che l'animula
fugga via per sfuggire te, e abbandoni questa capanna.
Johann Wolfgang von Goethe
Vota la poesia: Commenta
    Se ieri la tua testa ancora bruna
    era come i capelli dell'amata
    la cui dolce figura di lontano
    silenziosa m'accenna, ecco le vette
    grigio argentea ti segna ora precoce
    la neve che la notte tempestosa
    ti traboccò sulla riga. Ahi gioventù
    che la vita congiunge così stretta
    alla vecchiezza, come un sogno
    mutevole congiunse ieri ed oggi.
    Johann Wolfgang von Goethe
    Vota la poesia: Commenta
      Scritta da: Lucio Dusso
      L'Italia è ancora come la lasciai, ancora polvere sulle strade,
      ancora truffe al forestiero, si presenti
      come vuole.
      Onestà tedesca ovunque cercherai invano,
      c'è vita e animazione qui, ma non ordine e disciplina;
      ognuno pensa per sé, è vano, dell'altro diffida,
      e i capi dello stato, pure loro, pensano solo per sé.
      Bello è il paese! Ma Faustina, ahimè, più non ritrovo.
      Non è più questa l'Italia che lasciai con dolore.
      Johann Wolfgang von Goethe
      Vota la poesia: Commenta
        So che nulla m'appartiene
        fuor del pensiero, che intanto
        vuol sgorgare dall'anima mia,
        e di quell'attimo esatto
        che una benigna sorte mi concede
        di goder fino in fondo.

        Ich weiss, dass mir nichts angehort
        Als der Gedanke, der ungestort
        Aus meiner Seele will fliessen,
        Und jeder gunstige Augenblick,
        Den mich ein liebendes Geschick
        Von Grund aus lasst geniessen.
        Johann Wolfgang von Goethe
        Vota la poesia: Commenta
          Scritta da: Silvana Stremiz

          Woher sind wir geboren?

          Woher sind wir geboren?
          Aus Lieb.
          Wie wären wir verloren?
          Ohn Lieb.
          Was hilft uns überwinden?
          Die Lieb.
          Kann man auch Liebe finden?
          Durch Lieb.
          Was läßt nicht lange weinen?
          Die Lieb.
          Was soll uns stets vereinen?
          Die Lieb.

          Da dove siamo nati?

          Da dove siamo nati?
          Dall'amore.
          Come saremmo perduti?
          Senza amore.
          Cosa ci aiuta a superarci?
          L'amore.
          Si può trovare anche l'amore?
          Con amore.
          Cosa abbrevia il pianto?
          L'amore.
          Cosa deve unirci sempre?
          L'amore.
          Johann Wolfgang von Goethe
          Vota la poesia: Commenta
            Scritta da: Elisa Iacobellis

            Il pescatore

            L'acqua frusciava, l'acqua cresceva,
            un pescatore stava sulla riva,
            tranquillo, intento solo alla sua lenza,
            ed era tutto freddo, anche nel cuore.
            E mentre siede e ascolta,
            si apre la corrente:
            dall'acqua smossa affiora
            una donna grondante.
            A lui essa cantava, a lui parlava:
            "Perché tu attiri con astuzia umana,
            con umana malizia, la mia specie
            su alla luce che la ucciderà?
            Ah, se sapessi come son felici
            i miei piccoli pesci là sul fondo,
            anche tu scenderesti, come sei,
            e solo là ti sentiresti sano.
            Non si ristora forse il dolce sole
            nel mare, e così anche la luna?
            Il loro volto, respirando l'onda,
            non risale più bello?
            Non ti alletta il cielo profondo,
            l'azzurro che nell'acqua trascolora?
            E il tuo volto stesso non ti chiama
            quaggiù, nell'immutabile rugiada? ".
            L'acqua frusciava l'acqua cresceva,
            e a lui lambiva il piede.
            Il cuore si gonfiò di nostalgia,
            come al saluto della sua amata.
            A lui essa cantava, a lui parlava,
            e per lui fu finita:
            un po' lei lo attirava, un po' lui scese,
            e non fu più veduto.
            Johann Wolfgang von Goethe
            Vota la poesia: Commenta