Scritta da: Jean-Paul Malfatti
in Poesie (Poesie personali)
La vita e la morte in due righe
Vita materiale, mero passaggio;
morte carnale, semplice viaggio.
Composta sabato 19 agosto 2017
Vita materiale, mero passaggio;
morte carnale, semplice viaggio.
Rosa multicolore,
viva e profumata;
metafora d'amore,
anima sprigionata.
No, io non son mai stato
stanco di essere stanco.
È una strana stanchezza
che mi calma, con calma,
pure la mente e l'anima.
Una fiacca che mi serve;
e che, tutt'oggi, è servita
solo a me, soltanto a me.
Sì, sono ironico
ma non bionico
neppur metallico
o tanto elastico
Un po' sistematico
e un po' fantastico
sono simpatico
persino magico
sì, sono cancro
son un encanto.
Da teenager ero confuso,
un po' perso e ogni tanto
persino timido e goffo.
Mi ero sposato con Dio
ma facevo sesso col diavolo,
quindi ero solito dormire
sugli ardenti e focosi lettoni
o divanetti dell'inferno
e mi svegliavo in paradiso,
tra alcuni dei miei affascinanti
e innocenti coetanei traditori.
Eppure, tra sfrenati piaceri,
falsi sogni e crude realtà,
sono diventato un giovane
perdutamente innamorato
di uno dei suoi simili, o quasi.
Uno strano e impuro modo
per trovare la tanto sognata
altra metà della stessa mela?
Forse sì, forse no, forse forse!
Ma che cazzo d'importanza ha?
Il vento soffiava tra i rami;
Sospiri seguiti da gemiti
rompevano il mistico silenzio.
Le ginocchia tremavano forte,
ma la curiosità m'incoraggiava
ad avvicinarmi a quell'albero.
Io, come un'ombra, pian piano
mi muovevo verso quei rumori.
Troppa paura? Si! Non lo nego!
Faccia a faccia con l'albero;
un sacco di domande in testa.
Chi erano? Che cosa facevano?
Un ragazzo baciava una ragazza
e le toccava le parti intime.
Sorpresa! Li riconosco subito!
Lui, il mio cugino preferito;
Lei, la sua cugina più grande.
Fra invidia e gelosia, piango!
Ero piccolo... ne avevo circa sette,
ma la gelosia già la conoscevo.
Non invidiavo il mio cugino,
ma invece la sua fortunata lei.
Volevo sol essere al suo posto,
per poter essere baciato da lui.
If I were a poet,
I would write you
a love poem a day.
If I were a singer,
I would sing you
love songs in
so special a way.
Me, not being one
or the other, can
just tell you that
I love you more than
their verses and lyrics
can declaim or say.
Se io fossi
Se io fossi un poeta,
ti scriverei una poesia
d'amore al giorno.
Se io fossi un cantante,
ti canterei delle canzoni
d'amore in un modo
del tutto speciale.
Non essendo io
né uno né l'altro,
posso solo dirti che
ti amo più di quanto
i loro versi e testi
possono recitare o dire.
Io un tempo fui già un fiore.
Nacqui nel giardino dell'Eden,
ancora neonato scesi in Terra
per esser ripiantato in un vaso,
con palline d'argilla e terriccio,
curato da gente molto carina.
Rifiorivo a ogni primavera,
crescevo durante le estate,
invecchiavo negli autunno
e morivo nei gelidi inverno,
per rinascere più maturato
e rifar quasi tutto daccapo.
Fui dei fiori belli e profumati,
di tutti i tipi e per tutti i gusti.
Ora non sono più un fiore,
ma li tratto tutti con rispetto,
affetto e tantissimo amore,
perché so che anche loro
hanno un'anima e un cuore.
Ti cercai nel buio
d'una notte scura
senza luna alcuna.
Ti trovai quand'era
quasi l'alba;
e nel tuo riflesso,
pure la luna che,
chissà perché,
da me s'era nascosta.
Da allora sei diventato
il mio sole; e lei,
la luna, quella ch'oggi
mi fa compagnia
mentre ti aspetto per
abbracciarti e dirti:
buongiorno, sole mio!
"Quand'è che alzando gli occhi al cielo vedrai
una striscia d'aereo ecco
la prima persona che in mente ti verrà,
starà pensando-ti."
"Ed io ad essa...
Ed i nostri sorrisi
si incontrarono,
diventando un unico sorriso,
sotto un cielo di primavera."
Quasi
un unico verso unito nell'abbraccio,
sotto un cielo indistinto,
tra il profumo incantevole della
prima Vera stagione della rinascita...
Il rinnovarsi della natura,
nella quale i due poeti
si confondono
tra i fiori dei giardini celestiali,
in cui la poesia si fa impalpabile,
aerea,
magica,
quasi mistica...
Quasi compagnia. Dolce e melodia.
Un sentiero aperto e verde,
dal colore nostro, del nostro poetare.
Una voce lontana, parole,
o forse semplici suoni,
quasi ninna nanne, inducono al dormire.
E un fiore ti porgo, nella dolce mia notte.
Ed il fiore offerto dal più giovane
è ricambiato dal pio grande
con un raggiante sorriso primaverile,
poi se ne andò lontano
immergendosi nella folla danzante a ritmo di musica
country, al suon di banjo e violini...